La recensione del film End of Justice

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END OF JUSTICE - RECENSIONE

End of Justice recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[End of Justice recensione] - L'etica della giurisprudenza spiegata a un deficiente. Come può un avvocato difendere anche un colpevole? Un povero che non può permettersi un avvocato come fa? La legge è giusta? End of justice è così, un sussidiario da scuola elementare. Denzel Washington è un ormai vecchio avvocato idealista senza un soldo perchè per tutta la vita si è occupato di diritti civili. Così se ne va in giro trascinando un culone enorme con addosso vestiti sformati e una pettinatura indecifrabile. Conosce il codice a memoria ma non è mai stato in tribunale. E' un genio? E' uno scemo? Propenderemmo per la seconda. La sua missione è aiutare i disagiati ma un bel giorno un disagiato lo aggredisce e allora gli sovviene qualche dubbio. Chi me lo fa fare? si chiede, in sintesi. Elevatissima e sofferta presa di coscienza, maturata in anni e anni di esperienze sul campo. Insomma la maturità è quella del bambino che piuttosto di non giocare si porta via il pallone non facendo giocare nessuno. Capisce anche che i soldi non fanno la felicità, figuriamoci la miseria; che un bel vestito è meglio di un brutto vestito, che una bella casa è meglio di una brutta casa; capisce che il mondo è un posto cattivo e che nessuno è innocente per cui perché sbattersi per gli altri? Dall'altro lato c'è la sua nemesi, l'avvocato fighetto e privo di scrupoli, soprattutto quando c'è da incassare soldi, Colin Farrell. Colin Farrell viaggia in bmw, veste abiti sartoriali e pubblicizza lo studio con delle brochure. E se ne frega dei poveri. Anche a lui però sovviene qualche dubbio quando scopre che lo studio ha tre nuovi clienti (e sottolineiamo tre) grazie a Denzel perchè lascia loro il suo numero di cellulare. Con buona pace di anni e anni di studio universitario. Insomma, capisce che anche lui ha un cuore promuovendo d'incanto il nostro Denzel alla testa di una vasta operazione pro bono dopo averlo, giustamente, preso a pesci in faccia fino ad un attimo prima. C'è anche lei, Carmen Ejogo, giovane volontaria di un' associazione benefica che rimane affascinata dall'alto esempio morale offerto dal nostro, esempio che fatichiamo a comprendere avendo egli collezionato solo figure di merda. Il finale corona degnamente questa sfilza di maldestri stereotipi che End of justice inanella con cognizione di causa. Scrive e dirige Dan Gilroy. Contento lui! (La recensione del film "End of Justice" è di Mirko Nottoli)
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