La recensione del film Elle

.       .

Vai ai contenuti

FILM > RECENSIONI

ELLE - RECENSIONE

Elle recensione
Recensione

di R. Gaudiano
[Elle recensione] - Sguardo freddo, risoluta e enigmatica, Michelle (Isabelle Huppert) è una donna in carriera e dirige una società di videogiochi senza scendere a patti e compromessi con nessuno. Una sera, un uomo in tuta mimetica e con un passamontagna che gli copre interamente il volto, fa irruzione in casa sua, la picchia brutalmente e la violenta. Michelle non sembra scossa, tanto che non denuncia l'aggressione alla polizia, ma fa dei controlli medici di routine per escludere d'aver contratto malattie. Erano ormai parecchi anni che il regista olandese Paul Verhoeven non ci deliziava di un suo nuovo lavoro cinematografico. "Elle" è opera sua. Sul palcoscenico di una borghese cittadina francese, Verhoeven ci porge una storia a tratti ambigua, in cui il dramma dell'esistenza infantile di Michelle lacerata dalle azioni delittuose di un padre psicopatico, si coniuga con l'attuale quotidiano della donna, divorziata e con un figlio, Vincent (Jonas Bloquet), dalla personalità ancora molto infantile. La narrazione scorre senza arresti e alternando i generi dramma-commedia ruota intorno ai personaggi chiave che determinano le situazioni di vita della donna Michelle, dall'aura misteriosa e dal carattere irremovibile. Eppure questa donna, che critica con veemenza la sua attempata madre per pruderie sessuali con furbetti giovanotti e quasi accetta la relazione del figlio con la scaltra Josie (Alice Isaaz), nasconde ossessioni e perversioni sessuali. C'è da dire che forse non è facile trovare attrici che sanno calarsi in ruoli di pervertite del sesso come sa farlo la Huppert. In "Elle" il gioco di perversione tra i protagonisti non valica mai il confine del credibile. Verhoeven, che è un maestro nel saper trattare le dinamiche psicopatiche legate al sesso, qui è abile conduttore della storia di una donna che filtra attraverso la maschera del violentatore il suo immobilismo emozionale che trova le sue cause in un'infanzia violata. "Elle" è soprattutto una resa di conti con un passato volutamente sotterrato perché terrificante ed è da questo passato che Michelle deve riscattarsi, rimettendo in gioco proprio il rapporto con il suo tanto odiato padre, l'assassino psicopatico, a cui molti associano lei stessa, la bambina sporca di cenere. Isabelle Huppert, minuta ed esile, qui sfodera arte e carisma nell'interpretazione di una donna dalla personalità d'acciaio, ma che trema difronte ad una possibile violenza fisica…ma…solo se colta alla sprovvista. Lo stile provocatorio di Verhoeven, solido e anticonformista, abbatte ogni forma di falso perbenismo, spesso maschera di conflitti e manie esistenziali. Il chiaro riferimento ad un simbolismo religioso idolatrante, di cui si nutre la coppia Patrick-Rebecca (Laurent Lafitte-Virginie Efira) rappresenta l'ipocrisia più becera di una società falsa e bugiarda che a volte potrebbe nascondere, mimetizzare pericolose personalità schizofreniche. "Elle" ha ottenuto una candidatura ai Premi Oscar, due candidature e vinto un premio ai Golden Globes, undici candidature e vinto due Cesar. (La recensione del film "Elle" è di Rosalinda Gaudiano)
- Vai all'archivio delle recensioni
- Lascia un commento, la critica o la tua recensione del film "Elle":




Torna ai contenuti | Torna al menu