di M. Nottoli
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Edge of Tomorrow recensione] Tom Cruise, sorriso a 32 denti ed eloquio fluente, è così simpatico che a Brendan Gleeson basta un secondo per prenderlo e spedirlo di filata in prima linea, al fronte, e senza nemmeno passare dal via (Brendan Gleeson uno di noi!). Così al povero Tom, ufficiale dell'esercito americano esperto diplomatico, non resta altro che lasciarsi ammanettare per essere prelevato, schernito, rinchiuso dentro una corazza metallica e infine gettato su una spiaggia dove non durerà più di una manciata di minuti e con lui migliaia di altri soldati in guerra contro un nemico alieno troppo più forte, nonostante i proclami trionfalistici e propagandistici degli uomini di governo. Tranquilli, non vi abbiamo rivelato la fine, siamo appena al primo quarto d'ora di questo Edge of tomorrow, film fantascientifico a tutti gli effetti ma che sembra immaginare il bizzarro incontro tra Salvate il Soldato Ryan e Ricomincio da capo. Intorno, la maggior parte della Sci-Fi degli ultimi anni: molto Source Code, un po' di Elisyum e ovviamente i Transformers, che sarà pure una serie del menga più che del manga ma è indubbio che sia diventata ormai un punto di riferimento, visuale e tecnico, imprescindibile per chiunque voglia oggi accostarsi al genere. Insomma, non c'è nessun ingrediente in Edge of tomorrow che non abbiamo già visto e che non sia già stato utilizzato altrove, tuttavia così mescolati, mantecati e soffritti quello che si ottiene è un prodotto che seppure non nuovo risulta comunque accattivante e godibile, comunque privo della sensazione di déjà vu che accompagna chi scopiazza per mancanza di idee e ispirazione. Alla riuscita dell'operazione concorrono il mestiere di Doug Liman, che prima prende lo spettatore e lo catapulta nel cuore di un nuovo sbarco in Normandia che per realismo e impatto emotivo poco ha da invidiare a quello spielberghiano, poi è abile a giocare con lui spaesandolo in base al maggior o minor numero di informazioni che gli fornisce rispetto ai personaggi sullo schermo, così che chi guarda non sa mai esattamente con chi identificarsi né in quale punto esatto del racconto si trovi; e il mestiere di Tom Cruise che non ci sta simpatico ma che qui dimostra ironia e misura nell'affrontare un ruolo un po' diverso dal solito, un viscido vigliacco che diventa lentamente un eroe suo malgrado. Certo, le spiegazioni dei fatti sono peggio dei fatti stessi, soprattutto quando ci si avventura in un ginepraio di motivazioni pseudo scientifiche alla Voyager di Giacobbo, per cui meglio sarebbe se si fosse lasciato tutto nel regno dell'imponderabile, del filosofico, del paradosso psicotropo. Del resto la differenza tra un film come Source Code e uno come Edge of tomorrow è la differenza che passa tra un bel film di fantascienza e un normale film di fantascienza e di solito sta tutta nel finale. Mentre infatti il finale di Source Code eleva il film ad un livello universale, calandolo in un contesto di realismo umanistico che induce all' autoriflessione, in Edge of tomorrow il finale non è che uno stratagemma funzionale all'efficacia della storia che rimane però relegata semplicemente in se stessa.
(La recensione del film "
Edge of Tomorrow" è di
Mirko Nottoli)
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