La recensione del film Dune

.       .

Vai ai contenuti

FILM > RECENSIONI

DUNE - RECENSIONE

Dune recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[Dune recensione] - Non è mai necessario, se non proprio sbagliato, ricorrere ai paragoni ma stavolta appare inevitabile, da un lato per la fama del modello, dall'altro perchè è tramite il paragone che possiamo meglio focalizzare in cosa Dune di Villeneuve riesce meglio e in cosa meno. In estrema sintesi si potrebbe dire che il Dune di Lynch, anno 1984, è un brutto film che in quella bruttezza trova la sua ragion d'essere; il Dune di Villeneuve è un bel film senza grandi perché. Laddove il film di Lynch era un film sperimentale, ostico, a tratti stilizzato a tratti grottesco, con alcune scelte estetiche dal gusto discutibile, ma proprio per questi motivi anche originale e intrigante al punto da diventare nel corso dei decenni una pellicola di culto, il remake di Villeneuve è un kolossal fantascientifico dove tutto è al posto giusto, un blockbuster per famiglie dove non c'è nulla di disturbante, tutto è carino, tutto perfettino, le astronavi che ricordano star wars, gli scenari, le ambientazioni, i costumi fighetti che esaltano chiappe e pettorali, i capelli di Chalamet (lo stesso non si può dire per la cofana ipertricotica di MacLachlan), ma anche scontato e già visto, dimenticabile un minuto dopo essere usciti dal cinema. Se fossero due persone potremmo affermare che Dune di Lynch non è bello ma è un "tipo"; Dune di Villeneuve è un bel tipo che non ha niente da dire. Insomma, Dune di Lynch è Jean Paul Belmondo, Dune di Villeneuve è Alex Belli. Abbiamo reso l'idea? Ma anche senza ricorrere al confronto, anche se preso di per sé, questo Dune presenta limiti concreti, strutturali, soprattutto a causa di un'ultima mezz'ora talmente inutile da sembrare più lunga di tutte le due ore precedenti, due ore, quelle precedenti, compatte, coerenti, in cui la trama, fedele al romanzo di Frank Herbert, si dipana prendendosi spazi e tempi giusti, drammatica e epica quanto basta, capace perfino di raggiungere punte di lirismo (tutto il cast, assemblato in nome del carisma, aiuta), e già formalmente conclusa (il tradimento, la caduta della casata Atreides e la fuga dell'eletto che lascia accesa la speranza, come nelle migliori tradizioni dei racconti messianici), a cui si oppone in maniera stridente un'ultima parte incomprensibilmente caotica, rocambolesca, dispersiva nell'infilare consecutivamente 4 o 5 finali che, se sono troppi per un film dall'andamento canonico, figuriamoci per uno che un finale non ce l'ha (il film infatti, ma già lo saprete, si ferma prima rispetto al film di Lynch, dovendo essere il primo di una saga il cui prosieguo sarà vincolato al responso che emetterà botteghino). Che Villeneuve sia autore di razza nessuno lo mette in dubbio, dopo però il sequel di Blade Runner e questo remake, è forse giunto il momento per lui di tornare a progetti più personali, come Arrival o Sicario, se non vuole incorrere nel rischio di smarrire la sua cifra stilistica. (La recensione del film "Dune" è di Mirko Nottoli)
- Vai all'archivio delle recensioni
- Lascia un commento, la critica o la tua recensione del film "Dune":




Torna ai contenuti | Torna al menu