La recensione del film Deadpool

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DEADPOOL - RECENSIONE

Deadpool recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[Deadpool recensione] - Quante stronzate riuscite a sopportare prima di mettervi ad urlare? Di quante battute idiote pronunciate a raffica avete bisogno prima di non poterne più? Quante citazioni, quanti ammiccamenti autoreferenziali e postmoderni riuscite a digerire prima che vi venga il voltastomaco? Quante piroette a rallentatore, quante capriole, quante sparatorie col bossolo che vola via in slow motion siete in grado di reggere prima di averne le palle piene? Quanti minuti di un film così sapreste vedere prima che un attacco di nervi vi colpisca e vi faccia agitare al punto da non riuscire più a stare seduti sulla poltrona? Bene, per rispondere a queste domande Deadpool è il film che fa per voi. A meno che non abbiate meno di 12 anni, età sopra la quale il film dovrebbe essere vietato, perchè solo in quel caso, forse, riuscireste a sghignazzare anche voi delle gag da scuola media del nostro, a base di culo, merda, seghe o scoregge. Supereroe borderline dell'universo Marvel, eroe-antieroe appartenente alla saga degli X-men, il film è borderline come lui e gli sceneggiatori, consapevoli probabilmente dell'eccentricità del progetto, non perdono occasione per sottolinearlo, ribadendo la povertà della produzione e la natura sostanzialmente aliena e sperimentale di questo spin-off. Riassumendo: siamo dalla parte degli X-men ma non c'entra niente con gli altri X-men. Lo si dice a chiare lettere fin dai titoli di testa a cui si assiste con un misto di curiosità e preoccupazione. La componente metalinguistica è senza dubbio la chiave interpretativa predominante, quella che consente di immettere nella storia grosse dosi di ironia, di segnare uno scarto con le altre pellicole Marvel e allo stesso tempo di mettere le mani avanti in attesa di conoscere l'accoglienza del pubblico, il che rappresenta una novità e, in giusta misura, va più che bene. Va meno bene se, come accade, il film pensa di farla franca rifugiandosi esclusivamente nell'autocitazionismo nerd, tutto sarcasmo, abbattimento della quarta parete e strizzatine d'occhio alla cultura di massa (obbiettivi privilegiati: lo stesso Ryan Reynolds e Lanterna Verde, la scuola del prof. Xavier, James McAvoy e Wolverine/Hugh Jackman), lasciando da parte snodi narrativi, inesistenti, e caratterizzazione dei personaggi, anch'essa assente: da Deadpool impariamo che, se ti viene diagnosticato un tumore terminale, puoi andare in un posto dove c'è un tizio con un camice bianco e un ridicolo accento dell'est che ti saccagna di botte per giorni e alla fine i geni stressati mutano col risultato che non solo guarisci dal tumore ma acquisisci anche imprecisati superpoteri (perchè, percome, non ci è dato sapere). Controindicazioni: ti viene la faccia di Freddy Kruger. Non tutti forse ricordano che Ryan Reynolds aveva già vestito i panni di Deadpool in Wolverine le origini. Là la storia prendeva una piega diversa e il nostro finiva decapitato. Il perchè abbiano voluto riavvolgere il nastro e ripartire daccapo resta, per il momento, un mistero insoluto. Resistete comunque perchè la cosa migliore arriva dopo i titoli di coda. (La recensione del film "Deadpool" è di Mirko Nottoli)
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