La recensione del film Dafne

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DAFNE - RECENSIONE

Dafne recensione
Recensione

di R. Gaudiano
[Dafne recensione] - Trentacinque anni, Dafne (Carolina Raspanti) lavora con passione presso un supermercato. Ha un ottimo rapporto con i colleghi e spesso elargisce suggerimenti gratuiti su comportamenti che possono nuocere alla salute, come fumare e bere. Dafne, affetta dalla sindrome di Down, vive con i suoi genitori, Maria (Stefania Casini) e Luigi (Antonio Piovanelli). Maria viene a mancare improvvisamente proprio alla fine delle vacanze in montagna. La morte di Maria non solo lascia un vuoto negli affetti famigliari, ma mette sia Dafne che suo padre Luigi di fronte ad una elaborazione del lutto molto difficile ed anche divisoria. L'improvvisa consapevolezza che Maria era il trait d'union tra padre e figlia destabilizza le loro, fino ad allora, serene esistenze. La "diversità" di Dafne passava attraverso Maria che l'aveva sempre gestita con amore e disinvoltura da quando la figlia era venuta al mondo. Luigi infatti realizza, dopo la morte della moglie, che è vitale trovare con Dafne un dialogo costruttivo per gestire le comuni emozioni del quotidiano. Dal canto suo Dafne, molto provata dal dolore per la perdita della madre, reagisce verso il genitore a volte anche con crudezza e cerca nelle piccole cose, oggetti che trova in casa, di custodire gelosamente il ricordo inconsolabile della madre. Ed arriva proprio da Dafne la soluzione che aiuterà ad istaurare con il padre quel dialogo salvifico tanto atteso. Sarà tutto affidato ad un viaggio, intrapreso a piedi tra le montagne verso il paese dove Maria ha voluto essere sepolta. Dafne e Luigi attraversano boschi, raggiungono altipiani per ridiscendere a valle, accomunati dal dolore, ma anche dalla speranza di riuscire ad elaborare il lutto finalmente insieme. E lungo questo cammino, percorso con enorme fatica fisica riusciranno in una vera rigenerazione del loro rapporto di padre e figlia, riuscendo a percepirsi straordinariamente importanti l'uno per l'altra. Diretto e sceneggiato da Federico Biondi, "Dafne" è un piccolo spaccato di vita autentica, raccontato con grazia e sapiente occhio di regia. Carolina Raspanti caratterizza magistralmente il personaggio che rappresenta, mettendo naturalmente in scena sé stessa, la sua straordinaria forza vitale e fa della sua diversità una forma comunicativa schietta e nello stesso tempo accattivante e profonda. Di non facile realizzazione nel rendere la specificità soggettiva di chi è affetto dalla sindrome di Down, a volte soggetto scontroso ma fondamentalmente sincero, "Dafne" riesce a superare con abilità commovente quella linea di confine che separa la diversità dalla normalità, coniugando il discorso nell'unicità' di tutta l'umanità che fa di ogni forma di differenza un valore da rispettare. Carolina Raspanti recita senza copione, riuscendo a sintetizzare il contrasto e nello stesso tempo la furia incontrollata di sentimenti che esplodono in un momento della sua vita, senza preavviso e senza un motivo. La Carolina-Dafne si fa forza e con un coraggio da leonessa ferita, va in soccorso di quella parte debole di suo padre, fragile e sperduto in un conflitto esistenziale dal quale crede di non poter venir fuori. Ed è qui che Federico Biondi sa come gestire il momento delicato di tutta la storia, in cui la ricomposizione di affetti a lungo separarti confluiscono in un unico torrente d'emozioni e condivisioni di momenti di vita, in cui la diversità va sollevata da tutte le motivazioni retoriche che non hanno mai permesso di affrontare l'essenza delle questioni scottanti. E "Dafne" riesce proprio in questo, restituisce l'unicità di ogni individuo, rispettandolo nella sua diversità. Vincitore del Premio Fipresci alla Berlinale 2019, Il film rientra nel progetto LA RAI CON IL CINEMA ITALIANO - Otto film di Rai Cinema in esclusiva su RaiPlay (La recensione del film "Dafne" è di Rosalinda Gaudiano)
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