La recensione del film Collateral Beauty

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COLLATERAL BEAUTY - RECENSIONE

Collateral Beauty recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[Collateral Beauty recensione] - Venghino siore e siori, venghino. Benvenuti al premio "film più idiota dell'anno". La gara è stata molto combattuta ma siamo lieti di annunciare che abbiamo un vincitore. Ebbene sì, siore e siori. And the winner is: "Collateral Beauty" di David Frenkel. Un bell'applauso siore e siori. Applaudiscano a Uill Smit in versione mucciniana che non si è più ripreso, non sappiamo se dalla morte della figlia seienne o se dall'incontro con il regista romano. Fatto sta che prima era un figo in camicia che prendeva a pugni gli alieni mentre adesso è un piagnone col muso lungo che si veste male. Prima arringava le folle parlando delle tre astrazioni, Morte, Amore e Tempo (facendo "tre" con le dita, come faceva Rutelli quando in campagna elettorale voleva fare le fatidiche tre domande a Silvio), mentre adesso non parla più con nessuno e alle tre astrazioni scrive patetiche letterine che va pure ad imbucare. Chissà poi perchè Morte, Amore e Tempo, presunte fondamenta di una filosofia da quattro soldi giusta per pontificare sui grandi temi blaterando banalità senza il minimo senso del pudore. Insegnamenti da annotare: l'Amore non si sceglie, il Tempo passa e la Morte non è poi così male se si riesce a vedere la "bellezza collaterale". Che cazzo vuol dire? Non si sa. C'è una madre a cui è morta la figlia e una vecchia si gira e dice che bisogna vedere la "bellezza collaterale". Roba da gonfiarla di botte seduta stante. Roba che al confronto City of Angels sembra concepito da Hegel. Nel festival dell'idiozia che è questo impareggiabile scult di Collateral Beauty non esiste una situazione credibile, un personaggio che non sia del tutto improbabile. Al fianco del povero Uill Smit vanno assolutamente mentovati i suoi tre colleghi: Edward Norton, avvizzito e pettinato da coglione, da un lato sembra uno yuppie in carriera pieno di soldi ma poi vive con la madre demente in una catapecchia; Kate Winslet ha sacrificato la vita privata per il lavoro e adesso che ha superato gli anta non fa che consultare siti di donatori di sperma; e infine Micheal Pena che, udite udite, sta morendo (letterale) ma non lo vuole dire alla sua famiglia (e il bello è che sono tutti preoccupati per uill mentre del povero michael se ne sbattono, lui in primis). Sono i titolari di una agenzia pubblicitaria nel cuore di Manhattan che prima che Uill incontrasse Muccino andava a gonfie vele, mentre adesso che ha la faccia torva e un paio di inguardabile nike ai piedi è a rischio fallimento. Ciononostante i tre danno senza battere ciglio 20mila dollari ciascuno a tre attori con le pezze al culo per imbastire una pantomima ridicola che dimostri che Uill è depresso, come se stare due anni a mugugnare e giocare a domino non fosse sufficiente. Il loro compito sarà interpretare le tre astrazioni di cui sopra ovvero Helen Mirren sarà la Morte, Keira Knightley l'Amore, e un ragazzetto sconosciuto il Tempo. Ognuno di loro, in una gara di recitazione al ribasso dove non si salva nessuno (ma non è colpa loro quanto di una sceneggiatura e di una direzione degli attori imbarazzanti), saprà dispensare preziosissime perle di saggezza. L'Amore a Norton: l'amore va coltivato. Il tempo a Kate Winslet: c'è sempre tempo (magari per una bella scopata, aggiungiamo noi). La morte a Micheal Pena: dillo, scemo! (anche perchè tanto se ne accorgono). Il colpo di scena finale è così idiota da essere il degno coronamento al film più idiota dell'anno. (La recensione del film "Collateral Beauty" è di Mirko Nottoli)
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