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Codice 999 recensione] - Codice 999, disponibile su Prime Video, è un film di John Hillcoat, uscito nel 2016 e che nelle sole prime 2 settimane incassa più di 1,1 milioni di euro. Il film spazia tra più generi: dal thriller al poliziesco al noir, catturando sempre l'attenzione dello spettatore.
Nella città di Atlanta, Georgia, le gang si spartiscono lo spaccio di droga e il controllo della prostituzione. La polizia fatica ad intervenire perché corruzione e tossicodipendenza dilagano anche al suo interno. Intanto, un gruppo malavitoso, appartenente alla mafia russa, con a capo, Irina (Kate Winslet), commissiona una rapina in banca a un gruppo di pericolosi criminali. L'obiettivo è una cassetta di sicurezza contenente documenti governativi che potranno essere scambiati per il rilascio dell'amante di Irina, e capo in carica, Vassili (Igor Komar), ora in prigione. Gli assoldati, sono criminali professionisti, reduci della guerra, ex poliziotti e poliziotti in carica. Sono innanzitutto, uomini soli, abbandonati, ognuno che cercano un riscatto personale, quindi agiscono con un obiettivo preciso da raggiungere e per il quale sono disposti a tutto. Terrell (Chiwetel Ejiofor), è il loro capo. Lui, vuole rivedere suo figlio, stare con lui, però Irina, la zia del piccolo, sorella della madre, lo tiene in ostaggio ricattando Terrell a organizzare il suo team. Ma anche il capo della polizia, Jeffrey (Woody Harrelson), che nasconde la sua dipendenza da stupefacenti, ha a cuore il futuro dell'unico nipote Chris (Casey Affleck), che ha fatto entrare in polizia. Il buio domina la scena del film, sempre. Tutto avviene in interni di case cupe, in banca a fine giornata lavorativa, per le strade notturne, nei locali al buio che lasciano intravedere ragazze nude che si agitano per due soldi. Non è chiaro fin dall'inizio chi siano i buoni e chi i cattivi. Anzi, non ci sono buoni e cattivi. Tutti concorrono al male nel film di Hillcoat, per la sceneggiatura di Matt Cook. Tutti lo fanno, incapaci di fare altro, di tornare sui propri passi e dirigersi verso la giustizia,la legalità. L'attesa dello scarto di ognuno è prerogativa dello spettatore che però non viene scalfita neppure alla presentazione dell'unico personaggio, in apparenza, "buono", Chris. Nonostante sia il solo a cercare di combattere la battaglia della criminalità con un senso di giustizia, la sua è una battaglia persa fin dall'inizio. Chris è anomale, fuori dal coro. Perciò non ha presa né tra la polizia, né per lo spettatore. Ogni scena è inscritta in una trama sottile, sotto la quale un'altra , più rarefatta, pare accennare il vissuto psicologico dei protagonisti. Codice 999 è una montagna da scalare. Con la stessa fatica si segue la sceneggiatura che troppo spesso introduce elementi che poi non avranno seguito o che non sono utili alla realizzazione della trama stessa. La famiglia sembra poter essere un nucleo importante: Terrell che cerca di riavere suo figlio; Chris ha una pseudo famiglia tranquilla, con moglie e figlio che lo adora; Jeffrey, adora il nipote e il pronipote perché non ha nessun altro; uno dei due fratelli della banda, viene assassinato e l'altro, Gabe (Aaron Paul), affranto dal dolore, tossico anche lui, cerca di vendicarsi con i compagni stessi. Insomma, troppi temi sul fuoco. Codice 999 però, rimane un film ad alto impatto, il ritmo serrato della narrazione non permette di distogliere l'attenzione. Interessante che tutto si svolga nel buio delle scene: è il nero del vortice del male che avvolge ognuno dei protagonisti. Senza dubbio l'interesse del regista sembra andare verso la crudeltà dell'uomo che ha perso ogni inibizione nei confronti delle sue possibilità di fare del male. Dentro il cliché del poliziesco, si intreccia la fisionomia della legge del più forte, del prevaricatore, oltre alla faccia oscura di una legalità che stenta a manifestarsi. È uno di loro, nel finale, a darne lettura esplicita. Franco (Clifton Collins), doppiogiochista, poliziotto e criminale, sembra avvicinarsi al traguardo di meschinità. Dopo aver fatto fuori chi doveva, sembra cavarsela. Invece, non c'è tregua per il male inferto: né colpa, né redenzione. Non c'è scampo al male. Così, c'è solo un frame velocissimo, nel quale lo spettatore sembra potersi rilassare. Nello schermo di uno smartphone si intravede la possibile speranza di cambiamento. È l'azzurro del mare dove si trova il figlio di Terrell, forzatamente allontanato da Irina, con la madre. Si trova a Eilat, città israeliana, a sud di Tel Aviv, considerata come un miraggio nel deserto. Ed è da davvero così. Un miraggio, dove una piccola oasi di sceneggiatura si apre, senza però dissetare completamente il viaggiatore.
(La recensione del film "
Codice 999" è di
Rita Ricucci)
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