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Clip recensione] - "Clip", pellicola serba sceneggiata e diretta dall'esordiente Maja Miloš e premiata nell'edizione 2012 del Festival di Rotterdam, è un film, diciamocelo francamente, pesante. Attenzione: "pesante" non in senso necessariamente negativo, ma per il semplice fatto che non vi è stato nessuno scrupolo nel servirsi di immagini forti, senza dubbio "accattivanti"- e ben poco distanti dalla pornografia -, per tracciare un ritratto crudo e spietato di quella che è la generazione dei social media e dell'apparenza prima della sostanza, nel contesto della triste e desolata periferia di Belgrado. L'opera è interamente impregnata di un certo senso di squallore, che coinvolge tutto: personaggi, situazioni, ambienti.. E lo spettatore non può far altro che parteciparne e uscire dalla sala con un groppo in gola e una vaga sensazione di turbamento. Jasna, una giovane di notevole aspetto, ma di meno lodevoli speranze, è la protagonista delle ben poche vicende narrate nel film. Altro non si tratta, infatti, di una testimonianza dal sapore quasi documentario della vita quotidiana di questa ragazza, che trascorre il suo tempo dividendosi tra monotonia scolastica (birichinate nei bagni a parte), feste un tantino sopra le righe e una situazione familiare poco gradevole. Il degrado che la circonda sembra aver dissipato ogni sprazzo di entusiasmo, candore, curiosità infantile da quei due occhi spenti, già stanchi di una vita che non sembra promettere nulla di diverso da ciò che è. L'attinenza al realismo documentario caratterizza interamente la cifra stilistica del film, a partire dai brevi inserti sporchi dei filmati che Jasna si diletta a riprendere dal suo cellulare fino alla fotografia o a elementi della messa in scena quali scenografie e costumi (questi ultimi oggettivamente e orribilmente kitsch, ma decisamente funzionali al racconto); ed è proprio ciò che permette allo spettatore di calarsi immediatamente nell'atmosfera di degrado che inghiotte lo spaccato di umanità descritto nell'opera. Sembra non esistere alcuna via d'uscita, sembra quasi che non via altro aldilà del contingente, la resa è un automatismo collettivo, non una scelta ponderata. Eppure Jasna uno spiraglio di luce lo trova, lo trova nell'amore per un suo compagno di classe. E poco importa se sarà un amore unilaterale, se comporterà l'annullamento totale del proprio sé e della propria dignità. Quel poco che riceve basta a darle la consapevolezza di avere un piccolo posto in questo frenetico mondo, in cui siamo tutti e nessuno, una parte da recitare nelle clip che tanto la ossessionano, nel disperato tentativo di lasciare una traccia del proprio esistere. Quel poco basta a farle desiderare di essere salvata, perché salvarsi da soli sembra quasi un' utopia. C'è bisogno dell'altro, c'è bisogno di scoprire che in fondo si è ancora in grado di provare un'emozione. Una qualsiasi. Commuove e raggela il finale.. L'amore trionfa?
(La recensione del film "
Clip" è di
Sarah Farmad)
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