La recensione del film Cinquanta sfumature di nero

.       .

Vai ai contenuti

FILM > RECENSIONI

CINQUANTA SFUMATURE DI NERO - RECENSIONE

Cinquanta sfumature di nero recensione
Recensione

di A. Bizzotto
[Cinquanta sfumature di nero recensione] - Il marketing impone anche per il secondo capitolo della trilogia simil-hard di E.L. James l'uscita a ridosso di San Valentino. Un segno del mutare dei tempi, il fatto che oggi coppie o gruppi di single (soprattutto ragazze) debbano festeggiare il santo degli innamorati con la più superficiale delle storielle in cui l'amore si mescola al sesso e al bondage in modo così kitsch da sfiorare il ridicolo? Scesa dalla barca la regista Sam Taylor-Johnson, Cinquanta sfumature di nero è diretto da James Foley, che ha al suo attivo la regia di dodici episodi di una serie tv di successo come House of Cards - Gli intrighi del potere. Difficilmente il tonfo avrebbe potuto essere più rumoroso. Noiosa infilata di luoghi comuni. Mal cuciti dalla sceneggiatura di Niall Leonard, che ignora la maggior parte delle (buone) regole della scrittura per lo schermo, appiattendo un racconto che già parte povero di spunti. Ma anziché tentare di scavare nelle ossessioni e nelle perversioni che contaminano l'amore fra l'ex-timida e il miliardario amante del sadomaso – un vago accenno precede i titoli di testa, ma qualcosa va pur lasciato anche al terzo capitolo, già in post-produzione – il film sceglie la strada più facile. L'importante è mostrare. Che sia pruriginoso erotismo o inatteso colpo di scena importa poco, del resto. Ma mostrare cosa? Le sbandierate scene hard hanno poco di reale, sono piatte e finiscono per arenarsi nelle paludi dell'esibizionismo di corpi nudi o quasi, come spiati attraverso il buco della serratura. Il sex appeal della finta-Lolita nipote e figlia d'arte Johnson, poi, è più simile a quello di un pranzo riscaldato che a quello di chi sa tenere in equilibrio i birilli dell'eros e dell'eleganza – ce la ricordiamo Nicole Kidman in Eyes Wide Shut? Il succedersi di scenette sconnesse, con buoni e cattivi vicinissimi allo stereotipo, risulta spesso imbarazzante. Al punto che il racconto filmico in più punti annaspa, sobbalza, riprende ma a scatti e scossoni, interrotto da inverosimili parentesi romantiche o da assurde virate thriller risolte nel tempo di poche inquadrature. Molti hanno additato il risultato come un filmetto che strappa gridolini e sospiri a un target più o meno consapevolmente frustrato, una pellicola per la casalinga insoddisfatta o per la ragazza inesperta che pensa che la sessualità si esaurisca nelle acrobazie della stanza rossa, fra variegata oggettistica. E in effetti applausi e altri segni di inopinato apprezzamento hanno accompagnato anche una blindatissima anteprima per stampa e ospiti. In realtà Cinquanta sfumature di nero risulta, purtroppo, perfetta espressione di un substrato culturale leggermente becero, fenomeno di costume che pretende di sdoganare un erotismo già imbrigliato nei cliché che rappresenta. Senza guizzi, senza scandali autentici, trascurando qualsiasi altro aspetto della narrazione cinematografica, finendo per ucciderla. L'episodio dell'incidente in elicottero, ad esempio, è girato e inserito nel film talmente male da sembrare, sulle prime, solo una parentesi onirica. Quanto allo spessore artistico del cast e ai contributi tecnici (dalla colonna sonora alle scenografie e al montaggio), il silenzio è la scelta migliore. (La recensione del film "Cinquanta sfumature di nero" è di Alessandro Bizzotto)
- Vai all'archivio delle recensioni
- Lascia un commento, la critica o la tua recensione del film "Cinquanta sfumature di nero":




Torna ai contenuti | Torna al menu