La recensione del film Child 44

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CHILD 44 - RECENSIONE

Child 44 recensione
Recensione

di L. Pistorio
[Child 44 recensione] - Unione Sovietica, 1953. Leo Demidov (Tom Hardy) è un orfano ed eroe di guerra divenuto ufficiale del MGB, il Ministero per la Sicurezza di Stato. Rispettato da tutti e considerato uno dei migliori agenti segreti sovietici, Demidov riesce a catturare, affiancato dal perfido burocrate e rivale Vasil (Joel Kinnaman), la presunta spia Brodsky (Jason Clarke) che, posto sotto tortura, fa il nome della moglie Raisa (Noomi Rapace) tra i traditori del regime. Sarò allora che nella coscienza dell'agente segreto si innescherà un dilemma: denunciare la moglie o salvaguardare la carriera? Nel frattempo, a Mosca, iniziano a verificarsi degli strani incidenti che vedono coinvolti bambini, ma che il regime continua a insabbiare avvalorando la tesi del "non ci sono crimini in paradiso". Tra le vittime c'è anche Jora (Zdenek Barinka), il figlio del caro amico e collega Alexei Andreyev (Fares Fares). Leo, incomincia a nutrire sempre più sospetto verso l'operato del regime e deciderà di non denunciare la moglie, venendo così epurato e costretto a rinunciare a tutti i privilegi acquisiti dal Maggiore Kuzmin (Vincent Cassel). Esiliato nella piccola cittadina di Volsk insieme a Raisa, verrà a conoscenza di una lunga serie di altri incidenti avvenuti in condizioni simili a quelle di Mosca. Affiancato dal Generale Nesterov (Gary Oldman), deciderà di vederci chiaro e incomincerà ad indagare a fondo la questione, tutto alle spalle del regime e della polizia sovietica. Il film è tratto dal bestseller internazionale di Tom Rob Smith e prodotto da Ridley Scott, grande ammiratore dello scrittore. Inizialmente era proprio Scott, affascinato dalla storia e dai personaggi, a dover dirigere la pellicola, ma alla fine il compito fu affidato a Daniel Espinosa ("Snabba Cash", record d'incassi in Svezia). Child 44 è un film che mescola storia, politica, azione ma che nonostante le diverse tematiche non è mai confusionario e (soprattutto) non annoia. Il regista riesce a portare egregiamente sullo schermo e presentare allo spettatore le barbarie del regime, parallelamente alla crudeltà degli omicidi del serial killer russo Andrej Romanovic Cikatilo, soprannominato il mostro di Rostov e accusato dell'uccisione di 53 persone tra donne e bambini. Tutto ciò senza mai mostrare scene eccessivamente crude o brutali (in nessuno dei 137 minuti del film sarà mai mostrato il momento dell'uccisione feroce dei ragazzini), ma non per questo meno efficaci. Espinosa si conferma un mago della messa in scena di coinvolgenti scene d'azione, aiutato da un bravissimo e camaleontico Tom Hardy. Hardy riesce a calarsi splendidamente nella parte, padroneggiando sia le scene adrenaliniche sia quelle drammatiche e introspettive: i suoi stati d'animo e l'evoluzione del suo personaggio sono sempre chiare ed empatiche. Un film con la capacità di sorprendere e coinvolgere tutti: dagli amanti della storia a quelli degli action movie, ma che soprattutto mette in luce le atrocità dei regimi totalitari e l'importanza della "verità prima di tutto". Ce ne fossero di più di film così! (La recensione del film "Child 44" è di Liliana Pistorio)
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