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Che fine ha fatto Bernadette recensione] - Bernadette è un architetto geniale ritiratasi da vent'anni dalle scene, ha seri problemi relazionali e comportamentali, è sposata con un mago dell'informatica anch'egli svagato quanto basta, ha una figlia con la quale intrattiene un legame al limite del patologico. Porta enormi occhialoni scuri, vive in una grande casa su una collina a Seattle circondata da sterpi e rovi, sola dentro una stanza e tutto il mondo fuori. Odia tutti eccetto l'assistente virtuale dello smartphone con cui parla in continuazione. E' brillante, ironica, sagace ma anche nevrotica, maniacale, sull'orlo della depressione. Che fine ha fatto Bernadette?, tratto dal romanzo di Maria Semple (edito in Italia da Rizzoli) e diretto da Richard Linklater, regista incline alla sperimentazione intelligente, è un viaggio semiserio, drammatico e scanzonato, nell'animo umano, una riflessione introspettiva e psicologica sul vivere contemporaneo che utilizza l'iperbole per rendere più agevole la comprensione del messaggio. Il contesto da upper-class americana infatti, costituito da ricchi stravaganti e incompresi e da artisti eccentrici e psicolabili potrebbe far tacciare Che fine ha fatto Bernadette? di onanismo snobistico e radical chic, in realtà è raro vedere una pellicola che parla di "esistenza" in termini tanto sinceri quanto privi di saccenteria, una pellicola tanto intellettuale ma così poco "intellettualoide" nel dimostrare di conoscere la materia di cui tratta, un film che ha sì al centro della storia i crucci di un' archistar apparentemente capricciosa ma nei quali tutti possiamo in fondo riconoscerci. La difficoltà di interagire con gli altri, il senso di inadeguatezza nei confronti del mondo, la paura di fallire, il desiderio infantile di chiudersi a riccio, la necessità allo stesso tempo di esprimersi, la necessità di creare quale linfa essenziale alla vita, la ricerca di un compromesso tra il pubblico e il privato, tra l'essere e il voler essere, tra libertà individuali e convenzioni sociali, il bisogno di affermarsi, di sentirsi in qualche modo realizzati, il riconoscere con onestà i propri errori a fronte delle virtù altrui, non sono infatti questioni che riguardano questo o quel ceto sociale, questa o quella latitudine geografica ma sono le questioni con le quali ognuno di noi dovrà fare i conti prima o poi. Bravissimi gli interpreti, bravissima come sempre Cate Blanchett, bravissimo il mai troppo considerato Billy Crudup, bravissima la giovane Emma Nelson qui al suo esordio cinematografico.
(La recensione del film "
Che fine ha fatto Bernadette" è di
Mirko Nottoli)
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