di R. Gaudiano
[
Charlatan recensione] - Cecoslovacchia, 1958. Jan Mikolāsek grazie al suo talento innato riesce a curare i problemi di salute della gente con erbe da lui stesso selezionate per unguenti o infusi. Da un semplice campione d'urina Mikolāsek riesce a stabilire la patologia del sofferente e trovare il rimedio che si rivela sempre efficace. Lo stesso presidente del paese si č rivolto a lui con soddisfacente successo. Ma cambiando i vertici del potere, l'uomo Mikolāsek non solo viene screditato, ma anche accusato di cialtroneria abusando della buona fede della gente. Colpito nel profondo della sua immagine sia come studioso che come uomo, Mikolāsek č costretto ad arrendersi all'impossibilitā di opporsi ad un potere che non lascia alcuna possibilitā di difesa personale. Liberamente ispirato alla vita di Mikolāsek, "Charlatan" , diretto da Agnieszka Holland, č un'opera di denuncia di soprusi e nefandezze di un regime totalitario in cui lo Stato controlla ogni aspetto della vita di un individuo, decidendo persino sulla sua condanna a morte. Il film sviluppa la storia alternando linee temporali della vita del protagonista. Dal presente, in cui si assiste al passaggio di potere tra la vecchia e la nuova guardia e le accuse a Mikolāsek ormai uomo di una certa etā costretto in carcere senza il diritto a difendersi con il suo avvocato personale, la narrazione alterna episodi importanti della sua vita passata, il legame omosessuale con il suo assistente, fino a ricongiungersi con la scena iniziale. Agnieszka Holland č una regista conosciuta per le denunce ai regimi totalitari e quanto questi possono gratuitamente esercitare violenze inaudite su individui che riscuotendo un consenso sociale sono potenzialmente giudicati pericolosi per il potere operante, come Mikolāsek. Il film, attraverso l'excursus della vita del famoso erborista, non convince soprattutto sulla caratterizzazione che lo stesso protagonista fa di Mikolāsek, priva di una personalitā decisa e marcata. Ed anche gli altri interpreti, in particolare il suo assistente e amante Palko Frantisek, risultano quasi un'appendice non funzionale all'articolarsi della struttura narrativa, rivelando una debolezza sulla coerenza stilistica. Ed č proprio la mancanza della coerenza stilistica che affatica l'attenzione dello spettatore, costretto nella lentezza del ritmo narrativo che non favorisce il giusto coinvolgimento emotivo sulla gravitā del momento storico, un totalitarismo che annienta ogni forma di diritti umani. L'idea di fondo č lodevole. Il film č stato presentato in concorso alla Berlinale del 2020 riscuotendo consensi e riconoscimenti, tra cui il Leone Ceco come miglior film, miglior regia e miglior attore protagonista. Peccato per la mancanza di originalitā che penalizza non poco la riuscita globale dell'opera della Holland.
(La recensione del film "
Charlatan" è di
Rosalinda Gaudiano)
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