La recensione del film Cell

.       .

Vai ai contenuti

FILM > RECENSIONI

CELL - RECENSIONE

Cell recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[Cell recensione] - Ha dichiarato il regista Tod Williams a proposito di Cell: "per rendere questa esperienza autentica e inclusiva per una generazione di spettatori che è abituata a consumare grande quantità di filmati amatoriali e found footage, abbiamo voluto impiegare dei tipi di ripresa anche molto diversi tra loro, come quelli di Zero Dark Thirty, End of Watch o dei fratelli Dardenne...". Fratelli Dardenne? E noi che pensavamo di aver visto un film scritto coi piedi, una produzione da pezzenti con effetti speciali degni dell'Asylum, talmente da pezzenti che non sono capaci nemmeno di mostrarci un camioncino che salta per aria e viene pertanto lasciato fuori campo. E immune al ridicolo, continua: "il nostro scopo era realizzare un moderno La battaglia di Algeri, in cui realismo ed estetismo coesistessero". Ci sorge il dubbio concreto di stare parlando di due film diversi. In ogni caso se lo scopo era quello di fare un moderno La battaglia di Algeri lo scopo è mancato, non solo perchè La battaglia di Algeri è un capolavoro, mentre Cell a voler essere buoni, è una colossale vaccata, ma soprattutto perché in Cell, non solo realismo ed estetismo non coesistono ma non c'è nemmeno l'ombra né dell'uno né dell'altro. Anzi Cell a ben vedere è la negazione stessa dei concetti di realismo e di estetismo. Gli va dietro Stephen King, autore del romanzo omonimo da cui Cell è tratto, che ha firmato anche la sceneggiatura del film di cui si è detto molto soddisfatto (mentre Shining no, quello proprio non gli piace): "dopo aver visto questo film sarete così spaventati che vorrete mettere il vostro cellulare nel freezer." Sbagliato. Dopo aver visto questo film, l'unica cosa che vorremmo mettere in freezer è il cervello di Stephen King. Non solo perchè capace di scrivere indegne metaforone come questa, talmente scontata e superficiale, così priva di sottintesi da potersi interpretare alla lettera, del tipo la dipendenza dai cellulari ci rende zombie (ma chi l'ha detto, poi??!!), ma soprattutto perché bisognerebbe spiegargli che l'unica cosa davvero spaventosa di Cell è John Cusack, incomprensibilmente deciso a trasformarsi in Nicolas Cage, a partire dalla celebre capigliatura infeltrita (ma Cusack deve ancora capire che il segreto sta nelle basette), per proseguire con la faccia piallata e concludere con l'espressione inebetita (tra quando è normale e quando è zombie non si nota molto la differenza). Senso di emulazione che non si ferma al lato estetico ma tenta di attuarsi anche nella particolare scelta dei copioni, che si restringe ad esclusivi scult di serie b, da ricercare nel reparto cestone delle offerte di Mediaworld. (La recensione del film "Cell" è di Mirko Nottoli)
- Vai all'archivio delle recensioni
- Lascia un commento, la critica o la tua recensione del film "Cell":




Torna ai contenuti | Torna al menu