Casablanca di Michael Curtiz

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IERI OGGI E...

CASABLANCA di Michael Curtiz

Casablanca Recensione

di Martina Farci
Scopo di questa rubrica è analizzare i grandi film del '900 e quindi di IERI. Contestualizzarli ad OGGI per comprendere se la prova del TEMPO li ha resi ETERNI o superati. Verranno prese in considerazione solo opere che all'epoca vennero reputate CAPOLAVORI per sviscerare, analizzandone il contenuto e la forma, gli aspetti che li hanno resi tali da essere circoscritti al loro TEMPO per ovvi motivi sociali, o ETERNI, anche OGGI e DOMANI.
È inutile negarlo, alcuni film non hanno bisogno di presentazione. Basta citarne il titolo e chiunque lo conosce. Tra questi, indubbiamente, c'è Casablanca. Il film diretto da Michael Curtiz è un caposaldo della storia del cinema, e ancora oggi, a distanza di settant'anni, non passa inosservato, essendo una delle pellicole hollywoodiane più belle e raffinate che siano mai state prodotte. Tratto dall'opera teatrale Eyerybody Comes to Rick's di Murray Burnett e Joan Alison, il film si svolge durante la seconda guerra mondiale a Casablanca, in Marocco, dove nel 1941 si incontrano poliziotti francesi, spie naziste, fuoriusciti antifascisti, avventurieri di rango, piccoli sciacalli. Tra questi si trova pure l'americano Rick Blaine (Humprey Bogart), proprietario di un bar dove un giorno arriva Victor Laszlo (Paul Henreid), un perseguitato politico accompagnato dalla moglie, Ilsa Lund Laszlo (Ingrid Bergman), donna di cui Rick è segretamente innamorato, dopo un soggiorno a Parigi avvenuto tempo prima. L'amore, però, non sembra l'unico problema. Casablanca è uno di quei film in cui difficilmente si trova un difetto, ma uno dei pregi più assoluti è il fatto che si tratti di un film senza tempo. Michael Curtiz ha tra le mani una sceneggiatura non indifferente per il periodo trattato – la pellicola è del 1942 – ma la lavora in maniera ingegnosa, mescolando più generi cinematografici e soprattutto servendosi nel migliore dei modi di una storia d'amore. I temi narrati toccano più aspetti delicati, come la corruzione e il nazismo, ma non perdono di vista i sentimenti e la bella vita, il tutto in un periodo di guerra. Una guerra, ancora nel vivo, che viene descritta dalle parole dei protagonisti e che viene interrotta, narrativamente parlando, dal flashback parigino. Un modo per rompere gli schemi a cui non si era abituati al tempo e che, proprio per questo, regala a tutti noi spettatori un film inaspettato e sorprendente. Casablanca è un cult che è sempre stato amato da generazioni intere e che mai, nemmeno per una volta, è sembrato fuori luogo. Più di un elemento ha dettato legge negli anni a venire a Hollywood, diventando memorabile. Tra tutti, alcuni dialoghi che sono entrati di diritto tra le citazioni usate più frequentemente. "Suonala ancora Sam. Suona Mentre il tempo passa" e "Alla tua salute, bambina" sono le frasi che non hanno bisogno di essere presentate e che rimandano immediatamente a Rick e Ilsa, una delle coppie più famose della storia del cinema. Humprey Bogart e Ingrid Bergman sono perfetti nei due ruoli degli amanti in periodo di guerra, e insieme a Paul Henreid formano un trio carico di sentimentalismo e patriottismo. Casablanca, dopotutto, non ha eguali per la freschezza e la leggerezza con cui immortala una storia indimenticabile, consacrandosi come uno dei film più riusciti e amati di tutti i tempi. Se è un capolavoro, non è un caso. Lo era IERI, lo è OGGI e lo sarà DOMANI.


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