di R. Gaudiano
[
Carmen y Lola recensione] - Carmen(Rosy Rodriguez), ha sedici anni, è gitana e vive con la sua famiglia nei sobborghi di Madrid. Il suo destino è segnato per un perpetuarsi di dettami culturali all'interno della sua comunità: Carmen è promessa sposa ad un giovane gipsy come lei e diventerà presto moglie e madre di innumerevoli figli. L'emancipazione e l'ambizione non sono assolutamente contemplate per una giovane donna gitana. Ma il destino a volte gioca davvero delle sorprese. Carmen incontra per caso Lola(Zaira Morales), gitana come lei, ma con aspirazioni diverse dalle ragazze della sua età. Lola ama studiare, desidera andare all'università e diventare un'insegnate, in pratica vuole per sé una vita migliore, addirittura rifiuta persino di sposarsi. L'incontro fra Carmen e Lola assume pian piano l'intesa di un rapporto intimo vero e proprio, ma l'ostacolo insormontabile al loro amore sono le rispettive famiglie, che non sono in grado di rinunciare a sicurezze culturali ataviche, riconoscendo nell'amore delle rispettive ragazze la loro vera ed unica ragione di essere. Opera prima della regista spagnola Arantxa Echevarria, "Carmen y Lola" in Concorso al "Festival Mix Milano", esclusiva kermesse dedicata alla cinematografia LGBTQ, si è già aggiudicato il Premio Goya come Miglior opera prima e come Miglior attrice non protagonista a Carolina Yuste nel ruolo di Paqui. Arantxa Echevarria usa con molta maestria la sua mdp. E' nei primi piani che la cineasta riassume la soggettiva identitaria delle due ragazze, che si distingue e vuole a tutti i costi distinguersi da un contesto culturale chiuso ermeticamente in quei valori gitani, fieri ed immobili, che non lasciano spazio al alcuna innovazione. Carmen e Lola scoprono di amarsi con infinita struggente certezza. Sfidano le famiglie, che le supplicano di non rovinarle con il marchio di una vergogna insopportabile. Lola così verrà disconosciuta nella sua appartenenza di figlia ed anche come membro della comunità gipsy. Arantxa Echevarria penetra nel chiuso contesto delle famiglie gitane, ma non giudica. Osserva, pedina il gioco degli sguardi, delle attese, della resa ad un amore che ha il diritto di essere vissuto così come è, senza inopportuni divieti e soprattutto senza sopraffazioni, restituendo con assoluta naturalezza la verità di una innocente scoperta. Lola scegliendo Carmen, sceglie se stessa insieme a lei. Carmen che non sa nuotare, Carmen che non ha mai visto il mare se non al cinema, Carmen che la fa sentire quella che veramente è, privata di pregiudizi mutilanti e di una insopportabile vergogna che invece si è tramutata in consapevolezza positiva proiettata verso un futuro condiviso. "Carmen y Lola" si traduce così nel trionfo di una felicità legittima, espressa con grazia narrativa e sapienti inquadrature che ritraggono tutti attori non professionisti, veri gitani, capaci di caratterizzare i personaggi senza mai cedere in performance scolastiche. Lo sguardo della regista nella sua genuina avalutatività, supera il confine di quel ristretto spazio famigliare ed apre a riflessioni che spesso ci sfuggono o che per ignoranza o codardia le ignoriamo vigliaccamente.
(La recensione del film "
Carmen y Lola" è di
Rosalinda Gaudiano)
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