La recensione del film Captain Marvel

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CAPTAIN MARVEL - RECENSIONE

Captain Marvel recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[Captain Marvel recensione] - Mentre siamo ancora in brodo di giuggiole per il grande ritorno degli anni '80, da Stranger things a Ready Player One, tanto per citare i casi più clamorosi, ecco piombarci addosso all'improvviso il revival dei '90, saliti tristemente alle cronache d'attualità per le scomparse premature e inattese di Luke Perry e Keith Flint, rispettivamente il Dylan di Beverly Hills e il frontman dei Prodigy, e ora celebrati scientemente dall'attesissimo Captain Marvel. Del reso è così: ogni vent'anni si osanna il decennio di vent'anni addietro, decennio che mentre lo si vive sembra trascurabile ma che nel ricordo si tramuta d'incanto in magia. Perchè? Perchè i trenta-quarantenni che si affacciano adesso nelle stanze dei bottoni hanno trascorso l'infanzia durante gli anni '90 e cosa c'è di meglio di ricordare e magnificare la propria infanzia? E allora tuffi al cuore a ripetizione nel rivedere Blockbuster (ah le blockbuster night, con videocassetta, pizza surgelata e bottiglione di coca cola, figata!), groppi multipli in gola nel risentire il ronzio del vecchio modem mentre tentava di collegarsi (allora però, soccia se è lento!), espressioni di beatitudine massiccia riascoltando nell'ordine REM, Nirvana e le Hole (ma voi millennials che ne volete sapere?!?!) con conseguente fiondata sull'AppleStore a downloadare i brani (questa sì che è musica, vuoi mettere con Achille Lauro?). Diretto dal duo Anna Boden e Ryan Fleck e interpretato da Brie Larson, Captain Marvel è il perfetto film nell'epoca del #me too, sventolante bandiera di un femminismo talmente fasullo da essere fastidioso quanto il maschilismo più ignorante. Non siamo mai stati artisticamente fan di Fausto Brizzi ma non abbiamo potuto che esultare alla notizia dell'archiviazione di tutte le accuse. E comunque l'attacco che ha ricevuto da parte di uno che ora se ne sta con la sua faccia di tolla a legiferare in parlamento, nelle file grilline (e dove se no?), ha un che di vomitevole. Così va il mondo e non ci meraviglieremmo se il prossimo anno troveremo Captain Marvel a contendersi l'Oscar con Black Panther 2, se mai lo faranno (l'unica certezza è che vincerà Mahershala Ali anche se venisse per puro caso ripreso da una telecamera di sorveglianza). Di questo passo ci chiediamo a quando la riscossa dei pelati o di quelli con la r moscia? (non vorrete sottovalutare le prese per il culo che ha dovuto subire un calvo?). Cast vasto ed eterogeneo perchè un film di supereroi non si nega a nessuno: giovani attori emergenti, vecchie glorie, mostri sacri, attori commerciali, attori indipendenti, raffinati interpreti shakespeariani, muscolosi attori monosillabici, attori famosi e attori sconosciuti, tutti in fila per indossare un ridicolo costume. New entry, oltre a Brie Larson, anche Jude Law e Annette Bening. Film al femminile per cui il registro è più brillante che action, sulla scia de I guardiani della Galassia ma meno divertente. E' anche meno coinvolgente, colpa di un personaggio bidimensionale, con poche ombre e scarso appeal, che può tutto per cui non si percepisce mai il pericolo, l' urgenza, e anche i combattimenti più violenti non sfuggono alla sensazione di trovarsi al cospetto di bambini che giocano spruzzandosi l'acqua. Di bello c'è la capacità da parte della Marvel di aggiungere ancora tasselli al suo universo, di collegare il prima e il dopo, di sorvolare tempi e spazi, come in questo caso che ci riporta a prima della nascita degli Avengers e poi con un semplice schiocco di dita immediatamente a dove eravamo rimasti. Tributo doveroso a Stan Lee che se non ci fosse stato lui forse saremmo qui lo stesso ma non è mica detto. (La recensione del film "Captain Marvel" è di Mirko Nottoli)
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