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Capitan Harlock 3D recensione] - Parliamo di un mito. Affascinante e misterioso, capelli al vento, una ciocca nasconde l'occhio sinistro, il fluttuante mantello copre il teschio stampato sul petto, fedele compagno l'uccello Tori sulla sua spalla. E' Capitan Harlock. Ha attraversato il tempo ed è tornato per una grande missione. Come uomo si oppone alla corrotta coalizione Gaia che anela al dominio totale sull'intero mondo intergalattico. Harlock è una leggenda, un pirata dello spazio che vaga nell'universo sull'astronave da guerra Arcadia, saccheggiando navi nemiche e vendicando i deboli. Perché è tornato Harlock? Per una grande ed impervia missione, la Terra deve essere salvata e l'uomo deve abitarla di diritto. Corre l'anno 2977 e 500 miliardi di esseri umani sono dispersi nell'universo e vogliono tornare ad abitare il loro pianeta, la terra. Capitan Harlock incarna sempre la speranza, la forza, la giustizia, la libertà. La sua astronave è più mastodontica, più tenebrosa, conserva però l'icona del teschio a prua e il ponte di legno a poppa. Ma il cambiamento di Harlock è evidente, nel suo universo completamente nuovo, è un anti-eroe ribelle, filtrato attraverso lo sguardo di Logan, spia a doppio gioco nell'Arcadia, fingendosi membro dell'equipaggio. Comunque sia, questo personaggio pirata manga, tenebroso, cupo, che affascina il mondo intero, creato dalla fantasia di Leiji Matsumoto, ha la funzione di incarnare la libertà, oltre ogni confine ed età. Harlock vive libero sotto la propria bandiera. "Capitan Harlock" è stato generato direttamente da un computer, con l'uso del programma Arnold Renderer. Questo ha consentito al film la massima resa espressiva, riuscendo in un realismo a dir poco entusiasmante. Assistiamo stupefatti ad un equilibrio di molti codici comunicativi. Dosi crescenti di scene rocambolesche nella galassia buia con il controllo della gravità. L'ira, l'ardore per la battaglia, l'amicizia, la lotta per la conquista della libertà, sono sentimenti autentici di questo leggendario personaggio creato con estrema maestria da un grande disegnatore della computer grafica e regista del film, Shinji Aramaki. Questi codici travalicano il recitativo tradizionale. Arlock si pone con un modo di parlare asettico, un esserci come puro fenomeno visibile, corporale, ma non il più importante, in uno sfondo immenso e oscuro, la galassia. La grande sorpresa di questo capolavoro dell'animazione sta nell'aver saputo rendere un esercito di coprotagonisti, da Logan a Ezra, Nami, Tochiro e l'uccello Tori, sempre pronto ad aiutare Harlock. Il sistema di Faceware, il facial capture, ha catturato le espressioni più sconvolgenti e dirette di questo divo e di tutti i coprotagonisti, nella costruzione meticolosa e riuscita di vere maschere della modernità, in cui rivivono elementi magici che alla fine li rendono immortali e perché no, divini. E' la forza del mito, espressione eccellente sul grande schermo, che si realizza non attraverso le immagini ma si sviluppa sulle immagini stesse, in un'esaltante comunicazione visuale coinvolgente e profetica. Un lavoro di animazione realizzato a tavolino, in cui l'immagine cinematografica, i luoghi immaginari, lo spazio filmato, virtuale, che prende corpo con la messa in scena ed il montaggio, sono tutti perfettamente in equilibrio, tra astrazione e realismo, tanto da rendere "Capitan Harlock " un vero capolavoro. (La recensione del film "
Capitan Harlock 3D" è di
Rosalinda Gaudiano)
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*** 1/2] Se i veri miti resistono al tempo, è perché parlano un linguaggio universale. Mutadis mutandis, gli eroi che hanno incarnato un ideale con forza e convinzione sopravvivono al traghettamento nel futuro, si riciclano in forme e linguaggi aderenti alle innovazioni tecnologiche, sfruttano l'avvicendarsi delle mode e degli slang per mostrare la propria poliedricità. E infine, si fissano ancora una volta nell'immaginario comune con la gloria del proprio nome resa immune al salto nel tempo. Capitan Harlock è uno di questi miti. Dal lontano, eccentrico e idealistico 1976, anno della nascita del personaggio dalla penna del mangaka Leiji Matsumoto, il capitano dell'astronave da guerra Arcadia sbarca nel terzo millennio con una coraggiosa rilettura diretta da Shinji Aramaki e voluta dalla Toei Animation per rinverdire l'aura leggendaria di questo fascinoso prototipo rivoluzionario. Trainato da una grafica raffinatissima e da un 3D avveniristico, che ne esalta le sequenze più dinamiche e gli scenari ad ampio raggio, la nuova versione delle avventure spaziali di Harlock è una tessitura fine e profonda, una dissertazione filosofica svolta per immagini, che punta su un'estetica allo stesso tempo minimal e spettacolare e su un logos abbondante e ricercato (i dialoghi sono folti e frequenti, a tratti quasi ridondanti) per riproporre ad un pubblico attuale un personaggio tra i più iconici del suo tempo. Nel film di Aramaki, in verità, Harlock rimane defilato rispetto alla trama e aleggia sullo sfondo come una nemesi salvifica, dal profilo semi divino. Al centro dello script c'è il confronto-scontro tra due fratelli, uno ufficiale delle forze di Gaia che tiranneggiano la Terra, l'altro infiltrato nella ciurma di Harlock con il compito di uccidere il capitano e poi redento dalla forza dell'ideale che il fiero popolo dell'Arcadia oppone all'inaridimento del Pianeta. Ridimensionato da questo nuovo nucleo narrativo, Harlock, che pure mantiene intatti la sua fisionomia e i tratti salienti del carattere che lo hanno reso leggendario, dalla scarsa loquacità al fascino austero e schivo, viene spostato sul piano del deus ex machina, volendo (forse) adattarlo alle esigenze di una cultura di massa contemporanea che apprezza di più le entrate ad effetto con opportuni e scenografici sventolamenti di mantello degli slogan populistici e ribelli tanto cari al pubblico di trent'anni fa. Il grande merito di questo reboot è di sicuro l'aver uniformato l'animazione eterogenea e a tratti rozza del manga originale, elevandola a vera e propria pittura tecnologica: un'operazione complessa e audace, che, se anche rinuncia giocoforza al romanticismo della prima versione, ne acquista di nuovo con un linguaggio più ricercato, conforme al palato di una platea che vuole miti più belli che sani. Capitan Harlock 3D non è una semplice riproposizione del vecchio: è il racconto di un ideale che si sveste e si riveste, innovandosi senza perdersi di vista.
(La recensione del film "
Capitan Harlock 3D" è di
Elisa Lorenzini)
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