di R. Gaudiano
[
Cambio tutto recensione] - Giulia (Valentina Lodovini), quarantenne, impiegata in una società di marketing che produce snack dolci, combatte la sua quotidianità tra un capo giulivo, Valerio (Andrea Pisani) che fa il cascamorto con le telefoniste della ditta, il compagno, Raf (Dino Abbrescia) artista pittore, assolutamente non collaborativo nel ménage domestico ed il figlio di questi, Jacopo (Claudio Larena), spacciatore convinto. Giulia si rende conto che la sua vita è sottoposta a stress continui, vissuta in una città frenetica aggredita dal traffico. Bea (Chiara Spoletini), sua sorella è invaghita del suo gatto, e la sua amica Vanessa (Flora Canto), stregata dai continui messaggi del telefono, non le presta la minima attenzione. Inoltre c'è anche Ottavio (Libero de Rienzo), l'ex di Giulia, che continua con lei una innocente relazione su WhatsApp. Ma cosa dovrebbe accadere perché Giulia si renda conto di essere sfruttata e totalmente sotto qualificata per ciò che vale? Intanto nell'azienda viene assunta Ludo (Valeria Perri), ventenne influencer, furba e sfrontata, con un milione di follower, che scavalca il ruolo di Giulia, dandole persino della vecchia. L'assunzione di Ludo, per Giulia, è come ricevere uno schiaffone in pieno viso, ma ha il pregio di cambiarle tutta la prospettiva della sua vita, immersa letteralmente in un'ansia distruttrice. Sarà un guru televisivo, Steve Bianconi (Neri Marcorè), personaggio subdolo, a ricondurre Giulia sulla buona strada maestra. Diretto da Guido Chiesa, noto per le sue riuscite commedie cinematografiche (Belli di papà, Classe Z, Ti presento Sofia) e sceneggiato dallo stesso insieme a Nicoletta Micheli e Giovanni Bognetti, "Cambio tutto" riesce molto bene nel suo messaggio trasversale, mettendo in scena un sistema sociale che si regge sull'esteriorità e l'arrivismo, in cui quasi sempre è assente una vera professionalità. Lavoro, famiglia, relazioni di coppia, vita privata e dimensione giovanile, sono categorie ormai fagocitate da stereotipi che annullano l'edificazione di ogni personalità soggettiva, pianificandola, per renderla funzionale al sistema. Giulia rappresenta il confronto-scontro con questo sistema, la presa di coscienza di una vita squilibrata che l'ha portata alla frustrazione. Valentina Lodovini ben caratterizza il personaggio, grazie anche alla buona sceneggiatura che nella narrazione sviluppa ed approfondisce la presa di coscienza della protagonista. Gli stereotipi pregiudizievoli: "voi donne", "hai il ciclo", esclamazioni dissacratorie verso il sesso femminile, hanno la prerogativa di rendere chiaramente vulnerabile una donna. Ma Giulia riesce a capovolgere lo stato di frustrazione indotto da chi la vuole servile, e riesce, grazie anche alla futilità delle parole di Steve, a diventare assertiva, uscendo dalla sua pericolosa ambiguità. Forse la narrazione è spinta in modo un po' troppo concitato da un montaggio che ritaglia e mette insieme molti momenti significativi, comunque riuscendo a raggiungere una buona forma. Si ride, si sorride, "Cambio tutto" alla fine fa riflettere parecchio su tante cose, ma soprattutto fa riflettere sulla condizione di una imperante quotidianità fagocitata dall'appiattimento di valori, da cui bisogna difendersi puntando soprattutto sulla propria autostima per non diventare un ingranaggio stridente del sistema, come è stato per la nostra protagonista.
(La recensione del film "
Cambio tutto" è di
Rosalinda Guadiano)
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