La recensione del film C'era una volta a Hollywood

.       .

Vai ai contenuti

FILM > RECENSIONI

C'ERA UNA VOLTA A HOLLYWOOD - RECENSIONE

C'era una volta a Hollywood recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[C'era una volta a Hollywood recensione] - C'era una volta a Hollywood è un film sul cinema. C'era una volta a Hollywood è una dichiarazione d'amore verso il cinema. Quanti ce ne sono di film così? Tanti. Di quanti film abbiamo detto così? Tanti. L'ultimo è I morti non muoiono di Jarmusch, appena qualche mese fa. In realtà tutti i film di Tarantino lo sono e di tutti lo abbiamo detto. Ma nessuno è come C'era una volta a Hollywood. Nessuno è così esplicito, fin dal titolo, nessuno è così accorato, nessuno è così tautologico. La dichiarazione d'amore per il cinema in C'era una volta a Hollywood non è un sottotesto del film, non è una sua chiave di lettura, non è una metafora nascosta tra le pieghe del racconto, è il film, è il racconto. In esso Tarantino riversa parimenti il suo amore per il cinema e il suo amore per fare il cinema. C'era una volta a Hollywood è un infinito (di)vagare, un infinito naufragare della fantasia da una finzione all'altra, da un set all'altro, da un'avventura all'altra, senza soluzione di continuità tra ciò che è vero e ciò che è falso. Come i protagonisti della pellicola che scorrazzano senza meta tra le strade della California. Perchè il cinema è reale, i sogni sono reali. Non c'è niente di più astratto del reale diceva Giorgio Morandi. Quanto dura? Un'ora, tre ore, dieci ora, un giorno? Non ha importanza, l'importante è lasciarsi andare, lasciarsi trasportare, il sole, il vento, la musica in sottofondo, Josè Feliciano che canta California dreaming. Potenzialmente è infinito. Tarantino ha dichiarato che il prossimo potrebbe essere il suo ultimo film. Non sappiamo se credergli o no, vero è che questo sembra in tutto e per tutto una sorta di testamento artistico, la summa di tutto quello fatto finora e di quello che verrà consegnato ai posteri. Vuoi conoscere il cinema di Tarantino, un universo in continua espansione che esiste solo nella testa del suo creatore e non ha confini tra il dentro e il fuori, tra ciò che esiste e ciò che è solo pensato? Guarda C'era una volta a Hollywood. Lì ci sono i b-movie, i drive in, gli spaghetti western, sergio corbucci, i piedi femminili, i film del passato, bruce lee, gli stuntman, quell'idea di cinema artigianale e sentimentale, la sua "crew" ringraziata nei titoli di coda, Tim Roth incluso anche se tagliato nella versione finale. I rimandi, le citazioni, le allusioni che vanno in cortocircuito. C'era una volta a Hollywood forse non è il suo film più bello, di sicuro è quello più sentito. In mezzo, i due protagonisti, Brad Pitt e Leonardo di Caprio, entrambi perfetti, due attori che sono due simboli, due star tra le più fulgide, due icone del cinema. Non sono stati scelti a caso. Perchè il cinema per Tarantino è il cinema nella sua essenza. E' la fabbrica dei sogni, è mito irraggiungibile, è la meraviglia del fanciullo. E' favola. C'era una volta. E' credere che i desideri si possano avverare, che si possa mutare il corso degli eventi, è l'idea ingenua, utopistica e romantica che la storia possa essere riscritta, che l'eroe possa prendere un lanciafiamme e arrostire tutti i cattivi. Per citare Woody Allen: "Ah ragazzi, se la realtà fosse cosi..." . La realtà, almeno un po', è anche così. (La recensione del film "C'era una volta a Hollywood" è di Mirko Nottoli)
- Vai all'archivio delle recensioni
- Lascia un commento, la critica o la tua recensione del film "C'era una volta a Hollywood":




Torna ai contenuti | Torna al menu