di M. Marescalco
[
Burying the ex recensione] - Quanto è dura mollare la propria ex fidanzata vegana.
Soprattutto se quest'ultima, dopo esser morta, si trasforma in uno zombie e continua a perseguitarci!
Figlio della cucciolata Corman, Joe Dante è tornato alla 71esima edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia per presentare, fuori concorso, Burying the ex, zom com sulla fine di una relazione sentimentale.
Tra i maggiori esponenti della New Hollywood e di quel gruppo di registi che, tra la fine degli anni '70 e gli '80, hanno creato storie fantastiche e, a tratti, orrorifiche, giocando sulle fattezze artigianali ed innestando elementi di satira sociale senza perdere mai l'amore per i prodotti di serie B di cui i loro film si nutrono, Joe Dante ha vissuto un periodo meraviglioso dopo il successo di Piranha, L'ululato e Gremlins. Questi tre successi hanno lanciato il regista americano nell'empireo dei realizzatori di horror per ragazzi.
Una serie di flop al botteghino e di stroncature critiche lo hanno costretto a tergiversare sulla televisione e su progetti minori, dopo anni di travagli finanziari.
In Burying the ex si respira tutta la passione per il cinema di questo regista che non ha perso occasione per piazzare riferimenti ai suoi maestri italiani (da Bava e Fulci fino a Margheriti) e stranieri (immancabile il marchio Romero sul camion di una ditta e gli omaggi alla Hammer con Vincent Price e Christopher Lee) e per invitare, ancora una volta, per un cammeo Dick Miller, volto simbolo del genere horror con più di cento titoli all'attivo.
La storia è semplice. Lui ha in gestione un negozio di articoli macabri e ha la passione per gli horror anni '60; lei è una blogger ambientalista e vegana che non perde occasione per stargli col fiato sul collo. E, nel mezzo, il fratellastro di lui, un mix tra Jonah Hill e Seth Rogen.
E una ragazza, anche lei appassionata di cinema horror e cultura popolare, e proprietaria di una gelateria artigianale.
La coppia è in crisi, lui vuole lasciare lei ma non ha il coraggio di dirglielo, fino a quando un incidente mortale sottrae la ragazza alla vita. Dante ridacchia e sembra farci pensare, non senza una sfumatura macabra: «Tutto è bene quel che finisce bene?». Non sempre.
Soprattutto quando un ragazzo e una ragazza si promettono amore eterno davanti ad un vecchio genio satanico. Il cadavere della ex, letteralmente, torna alla luce e perseguita la nascente coppia fino allo spassoso finale.
Dimenticate la satira sociale e l'horror nudo e crudo. Le venature splatter e il gusto della suspense non mancano assolutamente, accompagnate dall'amore per una certa artigianalità di fondo (magari imposta dal risicato budget).
Dicevamo, Joe Dante è un gran cinefilo e non perde occasione per dimostrare il suo immenso e sconfinato amore per la settima arte. Da molti è considerato soltanto un mestierante, legato all'horror con tratti comici, generi erroneamente bannati come minori ma che, qui, vengono usati come pretesto per una semplice e lineare riflessione sui rapporti di coppia. Niente di complesso e di particolarmente intricato.
Ma tutta l'operazione è condotta con l'intelligenza e la freschezza che, spesso, mancano alla maggior parte dei registi contemporanei.
La narrazione è sviluppata con brio, facendo ricorso più volte a sequenze costruite con montaggio alternato e parallelo. Divertentissimo, a tal proposito, l'accostamento della scena di sesso e della lotta tra zombie e la sua preda. In fin dei conti, è sempre una questione di corpi in lotta.
Colpisce vedere un film così divertente realizzato dalle mani di un regista sessantottenne.
Ah, quanto sono terribili questi giovani vecchietti!
(La recensione del film "
Burying the ex" è di
Matteo Marescalco)
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