La recensione del film Brick Mansions

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BRICK MANSIONS - RECENSIONE

Brick Mansions recensione
Recensione

di E. Lorenzini
[Brick Mansions recensione] - Quando un film è l'ultimo palcoscenico di un attore feticcio, volto e simbolo di una saga tra le più seguite dal pubblico commerciale (Fast and Furious), è quasi futile interrogarsi attorno ai suoi meriti o alle sue intenzioni. Ispirato al bessoniano Banlieu 13, che pure aveva ben altra carica emotiva, Brick Mansion è di fatto il lascito estremo e inconsapevole di Paul Walker ai suoi fan e questo basta. Camille Delamarre si mette alla guida di un remake con scarse aspirazioni morali, i cui punti di forza sono lo spostamento dell'ambientazione nella cupa Detroit del 2018, squassata da violenze e malesseri tipici delle grandi metropoli americane, e il ricorso al Parkour acrobatico dell'attore David Belle, co-protagonista positivo con Walker in una lotta senza sconti alla criminalità organizzata del ghetto di Brick Mansions. La trama è irrisoria: il duo di belli&atletici, sostenuto da motivazioni personali che tuttavia non intralciano un sodalizio evocativo di tante alleanze virtuali tra eroi dei videogiochi, si batte contro il temibile Tremaine (RZA), signore della droga che imperversa in quel limbo torbido a cui si è ridotta la sfortunata zona franca di Brick Mansions. Attingendo a piene mani alle risorse ginniche di David Belle, il regista imposta la sua rivisitazione del classico di Besson sulla dinamicità visiva, lasciando per il resto che i clichè dell'action movie anni Ottanta si affastellino l'uno sull'altro senza colpo ferire. Paul Walker ci mette del suo, regalando ai fan con l'occhio ancora lucido per la sua prematura scomparsa una prova nel più pure stile "duro con l'anima". E special guest è anche la location stessa, una fatiscente e distopica rilettura dell'incubo anarcoide che assilla tanti governanti di città poco governabili. La verosimiglianza narrativa passa decisamente in secondo piano, sacrificata ad una confezione spettacolare che mira all'occhio e non alla testa del pubblico in sala. E' pur vero che ad un film come Brick Mansions, dove i personaggi sono nulla più che vettori impostati a compiere azioni e le azioni stesse non sono sostenute da altro intento che l'entertainment per cultori del binomio corse&cazzotti, non si poteva chiedere una riuscita diversa. (La recensione del film "Brick Mansions" è di Elisa Lorenzini)
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