di M. Nottoli
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Black Widow recensione] - Chissà quanti fremevano all'idea di sapere cosa avesse fatto Natasha Romanoff dopo gli eventi narrati in Civil War e prima di dire definitivamente addio alla combriccola degli Avengers. Roba da non dormirci la notte. A rispondere finalmente a tutti i dubbi irrisolti di costoro ecco Black Widow, di Cate Shortland, prima pellicola della cosiddetta fase 4 del cosiddetto Marvel Cinematic Universe (ma, giusto per sapere, quante sono le fasi in tutto?) che ancora si trastulla però con gli strascichi della fase 3. Ci interessa? Ni. Quello della Vedova nera è sicuramente un personaggio degno di attenzione, anzi, tra gli Avengers è sicuramente uno dei più interessanti, con il suo passato misterioso e una personalità di cui la saga ha finora tratteggiato alcuni tratti lasciandone altri, sapientemente, nell'ombra, per cui un film intero su di lei era sulla carta un'operazione tutto fuorchè sbagliata, a patto che fosse un film che ne indagasse i trascorsi e colmasse i buchi fino qui accumulati, non, come in questo caso, uno che ci ribadisse in salsa diversa cose già note e ne affastellasse altre di inedite che potrebbero dar avvio ad altrettante saghe infarcite di elementi che spuntano all'occorrenza. Quindi in Black Widow, film tutto al femminile all'insegna del girl power come è d'obbligo nella Hollywood di oggi (attendiamo il momento in cui il termine "maschilismo" cesserà di avere accezioni negative ma sarà il nome di un movimento, contrapposto al femminismo, nato per difendere i diritti calpestati del maschio), scopriamo che mentre in occidente c'è Capitan America e lo Shield, oltre cortina esiste un supersoldato rosso del tutto simile a Cap, Red Guardian, che oggi marcisce in prigione non si sa perchè, e una fantomatica organizzazione, La Stanza Rossa, che in una base segretissima tra le nuvole, attraverso il controllo delle menti, si pone come piccola ambizione quella di controllare il mondo (ma nessuno lo sa, a quanto pare). Blockbuster da 200 milioni di dollari, diretto da Cate Shortland (non una specialista del genere ma è una donna per cui va bene), Black Widow è un action discontinuo, tutt'altro che teso, eccessivamente verboso e prolisso, disseminato com'è da innumerevoli spiegoni che interrompono continuamente il ritmo, da sottotrame farraginose e sconclusionate che non si capisce dove debbano portare e da siparietti famigliari dal tono comico-demenziale che mal si accorda con il resto del contesto, non fosse altro perchè black widow è da sempre un personaggio dall'aura tragica e romantica e così è in realtà, siparietti riservati per lo più al buon David Harbour dal quale oltre a fare la figura del coglione ci si aspetterebbe anche un momento di gloria e di eroismo che invece non arriva rimanendo, ahilui, solo un coglione. Nel cast, oltre al già citato Harbour e ovviamente alla indiscussa protagonista Scarlet Johansson, anche Ray Winstone, Rachel Weisz, un vecchio William Hurt, Olga Kurylenko in un ruolo ingrato e Florence Pugh già pronta a raccogliere l'eredità della vedova, bella brava e bionda ma dotata di un phisique du role che non è propriamente quello della spia russa inesorabile.
(La recensione del film "
Black Widow" è di
Mirko Nottoli)
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