di R. Baldassarre
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Black Mass recensione] - James Joseph Bulger Jr., detto "Whitey", è stato per lunghissimo tempo il secondo criminale più ricercato dalla Federal Bureau of Investigation. Per intenderci, era sul podio dietro a Osama Bin Laden. Boss irlandese che aveva messo sotto scacco la città di Boston per quasi 20 anni, era pragmatico e risolutamente violento. Una figura del genere, anche se con pochissimo alone di eroismo, meritava comunque di essere raccontata. Dopotutto i suoi quattro lustri fatti da una formidabile ascesa al potere, di truci omicidi e di perfette pianificazioni imprenditoriali criminali erano materia eccellente per ingrossare il Gangster Movie. Anche per l'interessante e ambigua storia della sua redditizia collaborazione con l'F.B.I.. Tratto dal libro di Dick Leher e Gerard O'Neill (Black Mass: Whitey Bulger, The F.B.I., and a Devil's Deal), la pellicola è un resoconto "orale" su Jimmy Bulger e la famigerata Winter Hill Gang. Costruendo la trama partendo dalle confessioni degli ex membri della gang arrestati, che di volta in volta raccontano pezzi della vita di "Withey" al registratore di un agente dell'F.B.I., Black Mass – L'ultimo gangster ripercorre cronologicamente la sua ascesa e la sua caduta. Per costruire quest'affresco criminale, Scott Cooper sceglie una messa in scena sobria, che riesca a narrare in modo classico una losca vicenda di crimine americano. A questa corretta scelta stilistica viene aggiunto un tentativo di usare gli stilemi che Martin Scorsese aveva inserito in modo egregio nelle sue opere sui gangsters. Black Mass, praticamente, cerca di recuperare quell'idea di mostrare soprattutto l'aspetto antropologico, che spaziava dai luoghi di provenienza all'amicizia, passando per i riti familiari, però questa "forma documentaria" rimane in superficie; viene a mancare quel tocco proprio di Scorsese che accompagnava quelle analisi mafiose con uno stile fiammeggiante e correlato da umorismo. Eppure, c'è da dire, che i volti dei comprimari sono perfetti, e sembrano uscire direttamente da Quei bravi ragazzi o Casinò. E anche alcune scene, come la prima nel bar di Bulger o le cene tra famiglie, rievocano perfettamente momenti di quelle opere scorsesiane. Di interessante, invece, c'è quel rapporto ambiguo tra James Bulger e l'agente John Connolly, che getta anche ombre sull'integerrima e retta F.B.I.. Un elemento di Black Mass che poteva essere molto notevole, ma che viene sviluppato anch'esso in modo superficiale, acquistando valore solamente nella scena in cui i fratelli Bulger e i due agenti dell'F.B.I. cenano assieme, come cordiali amici di scorribande; e, altro sopraffino particolare, con Connelly che ormai si veste come un boss. Black Mass – L'ultimo gangster è tutto questo, un Gangster Movie funzionale ma che non aggiunge nulla o molto al genere. Johnny Depp, dopo ruoli en travesti carnascialeschi in pellicole mediocri che hanno fatto tonfi incredibili ai box-office, torna a recitare – ottimamente – un personaggio di vero spessore. Incanutito e stempiato, Depp incarna perfettamente il glaciale personaggio (come dimostrano i primi piani dell'impassibile volto di Bulger), ma che riesce anche a dargli un tocco di umanità, come dimostra l'inerme rabbia che prova nella sala dell'ospedale, dove è ricoverato il figlio, oppure al funerale della madre.
(La recensione del film "
Black Mass" è di
Roberto Baldassarre)
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