di M.A. Carmosino
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Belli di Papà recensione] - Cosa succederebbe a tre bamboccioni benestanti, abituati a vivere nell'agiatezza solo grazie ai soldi del "Papy", se improvvisamente dovessero fare i conti con il vero lavoro? Chiara Matteo e Andrea, sono i tre figli di Vincenzo (Diego Abatantuono) che ha evidentemente lasciato per anni, crogiolare nel lusso tipico delle famiglie borghesi, senza insegnargli molti valori. Seguendo il classico stereotipo di famiglia milanese "per bene", i tre giovani rappresentano la nullafacenza e la leggerezza fatta persona. Non si pongono il problema del lavoro, né tanto meno quello di terminare gli studi entro i termini previsti; pensano solo alla facciata e alla bella vita. Un ritratto di famiglia che stride un po' con i tempi in cui questo film si inserisce. I tre sono l'emblema di quelli che con tanto piacere vengono definiti "bamboccioni" perché vivono con i soldi della famiglia e non sentono il peso delle responsabilità, perché non ne sono mai stati investiti. Non hanno bisogno di lavorare ma sono costretti qui a farlo per "cause di forza maggiore" che poco reggono e delineano un ritratto poco veritiero. La storia vuole però che ci sia un "riscatto" anche per loro e gli concede una chance: un finto infarto ai danni del padre, sembrerebbe far accendere in questi giovani (spinti solo grazie ad una farsa inscenata da Vincenzo) un campanello d'allarme, e a dover prendere le redini in mano della propria vita e quelle della famiglia tutta. Chiara allora si "abbassa" a far la cameriera, Matteo si mette a lavorare con i rifiuti e Andrea, amante della filosofia, si mette a vender creme dalle proprietà miracolose.
Guido Chiesa, che ha avuto lunghi rapporti con la Colorado Film, firma questa commedia anche se molto distante, per genere, dai suoi film precedenti. Il regista confessa di non aver mai rifiutato a priori di rapportarsi con questo genere cinematografico tanto è che negli anni '80 ha lavorato per Jim Jarmush anche se poi i suoi film, sono stati da sempre improntati su altri generi. Rispetto alla sceneggiatura iniziale della pellicola messicana ("Nosotros los nobles") dalla quale è tratto il film, "Belli di papà" risulta essere leggermente distante rispetto a quella che è la storia originale per quanto riguarda location e intreccio. Questa storia ambientata al sud, non prende le difese del padre ma costruisce un personaggio con pregi e difetti per mostrare anche, pian piano, come i ragazzi riescono a scoprire il loro passato che viene a mala pena fatto trapelare durante il film.
"Belli di papà" è un film leggero che però non prende, manca di ritmo e i personaggi, forse interpretati da attori con poca vis comica, non coinvolgono lo spettatore che si trova di fronte ad un prodotto che sembra estraneo e di "difficile gestione" per Chiesa.
(La recensione del film "
Belli di Papà" è di
Maria Azzurra Carmosino)
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