La recensione del film Barry Seal

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BARRY SEAL - RECENSIONE

Barry Seal recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[Barry Seal recensione] - Barry Seal è tratto da una storia vera ma l'essere vera non è una caratteristica sufficiente affinché una storia venga raccontata. O meglio la storia di Barry Seal, che tra la fine degli anni '70 e la metà degli anni '80 ha contrabbandato per conto della CIA, del governo americano, dei narcotrafficanti colombiani e dei guerriglieri del Nicaragua, armi, droga e informazioni top secret, eludendo i controlli a bordo del suo bimotore, facendo il doppio il triplo e il quadruplo gioco e accumulando una ricchezza sterminata, forse meritava di essere raccontata se qualcuno l'avesse dotata di un senso che non fosse quello esclusivo di far divertire Tom Cruise a giocare ancora a fare il giovincello, con la zazzera sbarazzina, i pantaloni a zampa, i ray ban e la faccia liftata. Purtroppo, nonostante la verve e il carisma che gli vanno riconosciuti e che gli permettono nonostante tutto di reggere un film come questo praticamente da solo, è un gioco al quale crede e nel quale si diverte ormai solo lui. Doug Liman alla regia procede per tutto il film ad una velocità sostenuta ma costante, il che se garantisce un buon ritmo non consente però all'intreccio di prendersi le giuste pause per predisporre i conseguenti climax; adotta un tono leggero e scanzonato da commedia brillante ma senza fornirci il quid che lo giustifichi in quanto, alla resa dei conti, non c'è molto da ridere; ci narra una vicenda rocambolesca e surreale al limite del credibile ma privandola di una morale che ce la possa far apprezzare al di là del qui ed ora; la stessa figura di Barry Seal rimane ambiguamente sospesa tra l'essere un geniale scavezzacollo e un emerito coglione. Concentrati nell'intento di soddisfare le brame ludiche e vanesie di Cruise, il resto del cast è a mala pena abbozzato (Perchè la Lola Kirke di Mozart in the Jungle si vede neanche 3 minuti netti?). Ne esce malissimo anche la componente femminile qui incarnata dalla compagna del protagonista, ridotta a funzione accessoria di ignaro soprammobile, in assoluta balia dei capricci del maschio (molto indicativo tra l'altro che la moglie di Cruise, che di anni ne ha 55, sia Sarah Wright, classe 1983). La parte più interessante è senza dubbio lo spaccato storico che la pellicola rivela, l'america reaganiana, la guerra fredda, i dittatori sudamericani, i cartelli della droga (si vede anche Pablo Escobar, ultimamente di gran moda) le ingerenze statunitensi negli affari altrui, i segreti, i giochi di potere, la stupidità del potere. Interessante tuttavia incapace ormai di sorprenderci. (La recensione del film "Barry Seal" è di Mirko Nottoli)
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