di R. Gaudiano
[
Bangla recensione] - Phaim Bhuiyan, racconta Phaim, ed in un certo senso racconta proprio se stesso. Giovane bengalese, musulmano, Phaim ha 22 anni, è nato in Italia e vive nella capitale con la sua famiglia nel quartiere multietnico di Torpignattara. Lavora come steward in un museo e suona in un gruppo musicale. Durante un concerto incontra Asia (Carlotta Antonelli) ed anche se la ragazza è il suo esatto opposto, Phaim rimane catturato dal suo carattere estroverso e spontaneo. Cosa succede a chi è portatore di determinati valori legati al proprio credo religioso e si trova a mediare una situazione del tutto complicata per quel che riguarda i rapporti prematrimoniali? Ed è ciò che succede a Phaim e Asia, attratti l'uno dall'altra, ma bloccati, perché per Phaim la religione musulmana vieta il sesso prima del matrimonio. "Bangla" diretta dallo stesso Phaim Bhuiyan e sceneggiato a quattro mani dallo stesso e da Vanessa Piccarelli, è una deliziosa commedia che tratta con estremo tatto autoironico le valenze valoriali religiose a cui una data cultura fa riferimento nel confronto con altre culture. Phaim è costretto nella sua cultura musulmana, ma vorrebbe anche tanto adeguarsi ai comportamenti occidentali. Il quartiere di Torpignattara dove vive Phaim è un crogiolo multietnico molto interessante ed il giovane regista focalizza la problematica interculturale sul sesso, elemento determinante per l'attuarsi o meno di una relazione. Per Phaim è un momento di confronto con sé stesso molto importante. Il rapporto con l'altro sesso è già molto complicato e l'incontro con Asia gli ha fatto superare l'impatto iniziale. Ma le contraddizioni di Phaim, sue personali sui veti del credo religioso, richiederanno davvero una presa di coscienza concreta per riuscire a trovare un giusto punto d'incontro nel mediare valori con la sua Asia. E su questo confronto, Phaim e Asia, troveranno la mediazione giusta, che sarà l'amore come bene positivo per entrambi. Phaim Bhuiyan affida il delicato problema multietnico dell'incontro interculturale al sesso, cogliendo un problematica basilare importante. Egli, difatti, affronta un aspetto che racchiude in sé sia il rispetto delle singole culture d'appartenenza, sia il delicato coinvolgimento della forza dei sentimenti. Come esordio registico, Phaim Bhuiyan, con il suo "Bangla", ha dimostrato di saper gestire molto bene sia la mdp, che la costruzione di tutti i personaggi del film, anche quelli secondari, realizzando un racconto che sfrutta la coralità per dimostrare che la convivenza multietnica è imprescindibile dal cercare nella mediazione dei rispettivi valori culturali l'elemento che unisce, per il bene comune, nel rispetto proprio delle culture.
(La recensione del film "
Bangla" è di
Rosalinda Gaudiano)
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