La recensione del film Ballo Ballo

.       .

Vai ai contenuti

FILM > RECENSIONI

BALLO BALLO - RECENSIONE

Ballo Ballo recensione
Recensione

di R. Gaudiano
[Ballo Ballo recensione] - Maria (Ingrid García-Jonsson), fugge da Roma. Con ancora indosso il vestito da sposa e le lacrime agli occhi, corre all'aeroporto di Fiumicino, lasciando sull'altare Massimiliano, che avrebbe dovuto sposare. Maria vuole assolutamente seguire l'impeto del suo cuore, cioè ballare, e in preda a confusione emotiva sale sull'aereo che la porterà a casa, a Madrid. Arrivata nella città madrilena riesce a farsi assumere come hostess e fa amicizia con Amparo (Veronica Echegui), hostess anche lei, che diventerà sua coinquilina. Quando sono a casa, Maria ed Amparo guardano sempre il programma televisivo "Las noches de Rosa", dove ballerine, chiamate roselline, danzano al ritmo delle canzoni più popolari di Raffaella Carrà. Le due amiche non si limitano a guardare il programma delle "roselline" ma ballano felici nel loro salotto copiando tutte le movenze. Maria finalmente prende una decisione, raggiungere lo studio televisivo del programma delle roselline per cercare di entrare a far parte del corpo di ballo. Lì riconosce Pablo (Fernando Guallar), ragazzo timido ed insicuro, incontrato per caso in aeroporto, che si occupa proprio della censura del programma. Intanto Maria viene assunta da Chimo (Fernando Tejero), coreografo del balletto, uomo subdolo e dedito a molestare le ballerine. Diretto da Nacho Álvarez, uruguaiano, al suo primo lungometraggio, "Ballo Ballo" è ambientato nella Spagna franchista, sottoposta ad un regime antidemocratico e all'autoritarismo delle leggi. Álvarez sceglie le canzoni di Raffaella Carrà (che ha avuto grande successo in tutta la Spagna) come filo conduttore del film, per raccontare, attraverso la realizzazione del sogno di Maria, l'ipocrisia sociale che aleggiava nella Spagna di quegli anni '70. Il cinema dell'incipiente cineasta uruguaiano denuncia la pignoleria della censura dell'epoca nella figura del viscido e despota Celedonio (Pedro Casablanc), padre del Pablo amoroso di Maria. Per motivi di decoro pubblico quindi, le ballerine devono andare in scena con gonne al ginocchio e spalle coperte, senza ammiccamenti provocatori a sfondo sessuale. Inoltre è vietata ogni relazione sentimentale all'interno dello staff del programma. "Ballo Ballo" si lascia piacevolmente guardare nella sua satira di commedia musicale, tutta al femminile, colorata, nel trionfo di vestiti, arredi, trucco e parrucche rigorosamente anni '70, in uno stile che si risolve trasfigurando il reale affidandolo ad una favola paradossale, dove la Maria ballerina resta troppo avulsa proprio dall'essere una ballerina. Tra le caratterizzazioni dei personaggi spicca in modo considerevole la brava Veronica Echegui, l'Amparo sfortunata con gli uomini. Il film, è ai margini di un cinema che tenta il provocatorio sottolineando le immagini con brani musicali, che guidano il processo percettivo dello spettatore, lasciando debolezza narrativa alla storia, che in qualche modo punta su un volitivo cambiamento tutto di genere. (La recensione del film "Ballo Ballo" è di Rosalinda Gaudiano)
- Vai all'archivio delle recensioni
- Lascia un commento, la critica o la tua recensione del film "Ballo Ballo":




Torna ai contenuti | Torna al menu