di T. Di Pierro
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Babyteeth recensione] - Se Babyteeth fosse una favola, ci sarebbe un principe azzurro; c'è, ma è sotto le mentite spoglie di un ragazzo problematico e tossicodipendente. E la principessa? c'è anche lei, rinchiusa nel corpo di un adolescente alla prima cotta, spaesata e innocente, ma con il forte desiderio di diventare grande e di innamorarsi. Ma una favola non sarebbe tale senza un ostacolo, quindi dov'è l'inciampo? Non è una strega cattiva, né una matrigna gelosa, ma un male ben più oscuro: una tumore, quello che affligge la vita di Milla (la nostra principessa) ma che la porterà a vivere un'ultima, intensa esperienza, che forse nemmeno sperava di provare. L'incontro con Moses (l'inconsueto principe azzurro) tra battute d'arresto e momenti toccanti, segnerà infatti il canto del cigno di Milla, non con note di amarezza, ma con inaspettata grazia e beatitudine. L'esordio alla regia di Shannon Murphy affronta in maniera esile e delicata un tema così complesso e tormentato come la malattia terminale, mettendolo quasi da parte, affrontandolo di scorcio e non di petto, come se fosse visto solo di sbieco, lasciando che sia la spontaneità fuggevole dei sentimenti a parlare. I pensieri, gli stati d'animo, gli incontri, tutto in questo sorprendente film è nominato e messo in risalto, tutto ciò che lascia traccia di noi su questa terra e che rimane. Qui non è la morte ad avere l'ultima parola, qui ciò che conta è quanto accade prima della morte: il desiderio di amare, abbattere i pregiudizi, vivere l'ultima giornata al mare, e poi crescere. Perché è questa la più grande lezione impartitaci da Babyteeth: diventare adulti, che non sempre significa raggiungere la maggiore età, ma maturare una coscienza profonda di accettazione della vita e dei suoi imprevisti e del suo inevitabile traguardo. Un film che è prima di tutto sentimento, poi lacrime; prima l'amore, poi il ricordo di esso. Una storia di formazione, un Bildung direbbe un romanziere, e qui il romanzo di Milla è già stato scritto, nelle note malinconiche di violino che accompagnano questa nobile visione, spensierata e coraggiosa, capace di accettare un male che forse non sempre viene per nuocere. Premio Marcello Mastroianni a Toby Wallace come miglior attore esordiente al Festival di Venezia 2019, consigliata la visione in lingua originale per godere appieno delle lacrime e dei sorrisi.
(La recensione del film "
Babyteeth" è di
Tommaso Di Pierro)
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