La recensione del film Babysitting

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BABYSITTING - RECENSIONE

Babysitting recensione
Recensione

di Martina Farci
[Babysitting recensione] - Ritrovatosi improvvisamente senza babysitter per il weekend, Marc Schaudel (Gérard Jugnot) ingaggia un suo dipendente, Franck (Philipe Lacheau). All'apparenza un "bravo ragazzo", il Signor Schaudel gli affida il figlio capriccioso Rémy (Enzo Tomasini), non sapendo che Franck compie proprio quel giorno 30 anni. La mattina dopo, infatti, Marc e sua moglie Claire (Clotilde Courau) vengono informati dalla Polizia che il figlio e Franck sono scomparsi e che la casa è irriconoscibile. Commedia francese diretta da Nicola Benamou e Philipe Lacheau, Babysitting è un film fatto per far ridere, e in più di qualche occasione ci riesce. Nonostante alla sceneggiatura manchi qualche spunto narrativo interessante e che caratterizzi al meglio i protagonisti, Benamou e Lacheau si muovono sotto gli sguardi veritieri di una telecamera, che riprende nei minimi dettagli tutta la serata, con lo scopo di portare il mondo 2.0 nel film. Cosa rimarcata fin dalle prime inquadrature, quando un primo piano sulla pagina di Facebook ci ricorda inesorabilmente le tecnologie del nostre tempo, ulteriormente rimarcate dall'uso quasi ossessivo di iPhone e Smartphone, sempre pronti ad immortalare e condividere ogni aspetto della vita. A questo i due registi aggiungono una piccola videocamera che utilizza incessantemente Alex (Julien Arruti), amico di Franck, con lo scopo, non solo di immortalare la serata, ma di riuscire a raggiungere il milione di visualizzazioni su YouTube. Cosa che non può non ricordare Project X, ma in questo caso l'esilarante distruzione è leggermente inferiore. Trentenni continui Peter Pan, che riversano in alcool, droga e donne tutta la loro soddisfazione, rimandando sogni e responsabilità. A farne le spese di questa improvvisata e incontrollabile festa, Rémy, il ragazzino viziato che vive nel mondo dei videogiochi, che parla come un adulto, ma che vorrebbe solo essere un bambino. Così, il weekend si trasforma in un susseguirsi di rimorsi e rimpianti e più nodi vengono a galla, compreso quello del Signor Schaudel, troppo egocentrico e attaccato agli oggetti materiali per prestare attenzione al figlio. Tra una gara di go kart e l'altra, tra musica e luci, Babysitting si dimostra un film che non racconta nulla di nuovo rispetto alle commedie americane demenziali, che usano la trasgressione come parola d'ordine, ma che comunque, in qualche maniera, riesce a portare dalla sua parte alcune gag davvero spiritose. E a ribadire che, nonostante tutto verta verso la tecnologia, c'è ancora chi sogna di pubblicare un libro di fumetti. (La recensione del film "Babysitting" è di Martina Farci)
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