di R. Gaudiano
[
Autobahn recensione] - Per amore si possono fare follie. L'americano Casey (Nicholas Hoult) in viaggio in Europa, ha deciso di abbandonare il cartello di droga per il quale lavorava come corriere a Colonia. In un locale della città tedesca incontra Juliette (Felicity Jones) e tra loro nasce subito un'attrazione che rapidamente si trasforma in amore vero. Un bel giorno Juliette scopre di essere gravemente malata e di aver bisogno con urgenza di un trapianto di rene, operazione che costa 200mila dollari. Casey, addolorato e fuori di testa per la malattia della sua innamorata, decide di far ritorno nel mondo dei narcotrafficanti e bussa alla porta di Geran (Ben Kingsley) per il quale lavorava. Geran, che gestisce una parte della filiera in società con un altro potente trafficante, Hagen Kahl (Anthony Hopkins) chiede a Casey di aiutarlo a buggerare Kahl. Ma Casey, deve a tutti i costi procurarsi il denaro per la sua Juliette e, non fidandosi di Geran, escogiterà un piano molto ambizioso. Il regista londinese Eran Creevy, che esordì nel 2009 con "Shifty" premiato al British Academy Film Award come miglior esordio di regia, con "Autobahn" è al suo terzo lavoro di regia. Se è l'amore, sentimento nobile, a muovere il sacrificio di Casey a rientrare nel narcotraffico, Creevy caratterizza il doppio del giovane innamorato, che al volante di potenti macchine sfodera tutte le sue doti rocambolesche di pilota da gran premio. Intanto, il pericoloso gioco che Casey conduce porterà allo scontro frontale fra Kahl e Geran, che esploderà in ogni sorta di efferatezze nel tentativo di ognuno di aggiudicarsi l'egemonia nel narcotraffico. Casey, un po' dipinto come uno sprovveduto, saprà alla fine dimostrare la sua astuta furbizia per la riuscita del suo sibillino piano. A parte le scene apocalittiche di inseguimenti in autostrada che riescono a creare un discreto pathos, il film soffre di una frettolosa sceneggiatura, intrisa di cliché , che dimostrano come l'occhio del regista non sia riuscito a raggiungere quello slancio che annoveri "Autobahn" tra i buoni film thriller-azione. Nonostante le molte lacune nella scrittura, il tratteggio della personalità del crudele criminale- filosofo Kahl, nella performance di un magistrale Anthony Hopkins, buca lo schermo. Non ha , invece, in "Autobahn" gran merito un altro grande del cinema, Ben Kingsley, relegato in una figura quasi farsesca. A conti fatti, il film tesse solo le lodi di un forsennato Casey che tra proiettili di pistole d'oro massiccio e mille capriole all'interno degli abitacoli di macchine che lancia a folle velocità, riesce sempre, magicamente, a farla franca. Diciamo che si tratta di un film la cui storia, una volta usciti dal cinema si volatilizza non lasciando alcun ricordo.
(La recensione del film "
Autobahn" è di
Rosalinda Gaudiano)
- Vai all'
archivio delle recensioni
- Lascia un commento, la critica o la tua recensione del film "
Autobahn":