Trama
AU HASARD BALTHAZAR di R. Bresson
Storie parallele dell'asino Balthazar e della ragazza Maria (Wiazemsky, futura musa di Godard, qui al suo esordio), entrambi vittime della cattiveria umana: l'asino subisce ogni sorta di maltrattamenti e finisce ucciso, la ragazza viene violentata.
Idea Centrale
Riflessione sul male nel mondo che, malgrado i frequenti simboli, non ha nulla di predicatorio o ingenuinamente didascalico.
Analisi
In Au Hazard Balthazar, Bresson compie un atto di magia consegnando lo sguardo sulle cose a un essere privo di giudizio, o almeno, il cui giudizio non è compenetrabile con la logica umana. Ne scaturisce il film più bressoniano di ogni altro, considerando il raggiungimento della condizione di assoluta sospensione di qualsiasi verdetto. Gli occhi di Balthazar-Bresson si posano semplicemente su un mondo che non può essere redento. il semplice fatto che il senso, il significato è fuggito dalle cose come il colore da Guernica. La folgorante bellezza del film, oltre allo stile geniale dell’opera che sotto l’apparente semplicità nasconde una perfezione geometrica mutuata dal cinema muto così amato dall’autore, sta essenzialmente nello sfogliare gesti e immagini e eventi da qualsiasi interpretazione pedagogico-morale limitandosi a riflettere la nudità ineffabile dell’Essere.(...) L’umiltà dell’asinello, la sua soggezione alle sofferenze impartite, la fine tristissima, sono fatti che non si accompagnano, né potrebbero esserlo, ad alcuna possibilità di redenzione costituendo piuttosto un messaggio annunciante una disperata e incolmabile scissione tra una natura afflitta e un’altra natura problematicamente malefica. In questo senso è nato il film con il messaggio (per quanto oscuramente pessimista) più animalista della storia del Cinema. (di Karlmarxstraße)
Note e curiosità
Lo scrittore e pittore Klossowski interpreta il mercante di grano, una delle incarnazioni del male. "Au hasard Balthazar" è il motto dei conti di Baux-de-Provence che sostenevano di discendere dal mago Balthazar.