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Arance e martello recensione] - È stato presentato alla 71.a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia alla Settimana della Critica Arance e Martello, il debutto alla regia di Diego Bianchi. La storia è ambientata nell'estate del 2011, quando il mercato rionale di Via Orvieto a Roma Est deve chiudere, dopo l'ordinanza del Comune il cui sindaco è un esponente del cemtro destra, Alemanno. L'unica realtà politica a cui rivolgersi è quindi quella del PD, che sta dall'altra parte del muro, letteralmente, per i lavori della metropolitana.
Diego Bianchi, in arte Zoro, dopo diversi programmi televisivi, tra cui The Show Must Go Off e Gazebo, debutta alla regia cinematografica con Arance e Martello, film nel quale ha scritto la sceneggiatura e recitato. Zoro racconta una calda giornata d'estate come metafora del paese di oggi e di tutti i suoi problemi e lo fa utilizzando il suo stile classico, quello da giornalista, blogger e conduttore televisivo. Sempre con una videocamera in mano, immortala ogni istante sotto forma di documentario, con commenti, affermazioni e provocazioni, riuscendo però a incastrare perfettamente la commedia e trattando la politica con ironia. Più che altro, però, dà voce a persone con diverse etnie, età, idee, lasciandole libere di esprimere i propri pensieri e difendere i propri ideali. Quando la situazione degenera, Zoro perde un po' il senso di orientamento e la commedia corale si trasforma in qualcosa di non così definito. Perché, nonostante tutto, non serve solamente citare e rifarsi a Fà la cosa giusta di Spike Lee, e alternare il tutto con due tipi di regia: quella con inquadrature classiche e quelle più "moderne" con tanto di selfie in stile Zoro. Arance e martello, però, procede secondo uno schema ben preciso, mostrando con ironia e amarezza la politica di oggi, i suoi risvolti e il suo coinvolgimento. Ragazze che cambiano idea a seconda del fidanzatino del momento, presunte ricercatrici che sostengono i partiti ma non li votano, romanisti che lodano solo Francesco Totti. Diego Bianchi, quindi, con il suo esordio cinematografico, ha voluto portare sul grande schermo il suo stile, rivolgendosi non solo al suo fedele pubblico ma provando ad allargare gli orizzonti con un tema rischioso ma che ha letto in chiave comica e divertente. Forse l'unico modo per affrontarlo al giorno d'oggi.
(La recensione del film "
Arance e martello" è di
Martina Farci)
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