La recensione del film Apes Revolution

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APES REVOLUTION - RECENSIONE

Apes Revolution recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[Apes Revolution recensione] - Le scimmie siamo noi. Ma non solo. Anche loro sono un po' noi. Nel ribaltamento di prospettive messo a punto in Apes Revolution, sequel firmato da Matt Reeves (Cloverfield) del fortunato L'Alba del pianeta delle scimmie, anno 2011, in realtà capiamo che non ci sono esseri umani cattivi da un lato e scimmie buone dall'altro o viceversa, ma ci sono uomini buoni e scimmie buone insieme a uomini cattivi e scimmie cattive. In una struttura perfettamente speculare la vera lotta non è tra i generi ma è interna ai generi. La scimmia buona (Cesare) e l'uomo buono (Jason Clarke) che mirano alla pace tra le due comunità, la scimmia cattiva (Koba) e l'uomo cattivo (Gary Oldman) che bramano dominio e per avere ragione dell'altro sono disposti a sacrificare i propri simili. Apes revolution è innanzitutto un vigoroso film d'azione e di fantascienza che, alla stregua del primo capitolo a cui si riallaccia alla lettera, sa alternare sequenze action spettacolari con momenti intimi di toccante delicatezza. Grandi scene di massa, grandi scenari apocalittici, l'uso della computer grafica spinta perfino all'eccesso, ad un iperrealismo esasperato che, come nel primo capitolo, rischia di ottenere l'effetto opposto (se c'è da muovere un appunto si può dire che le scimmie fanno troppe faccette, troppi grugni, troppi grugniti). Ma è anche un film che nel suo disegno si configura come un teorema, un esperimento sociologico che si fa grande metafora storica atta a dimostrare le simili dinamiche che nei rapporti di forza si creano all'interno di un gruppo di individui, se messi a stretto contatto con altro gruppo di individui di natura diversa, costretto a lottare per la sopravvivenza. La paura, la minaccia, l'incomprensione verso l'altro diventano paure, minacce e incomprensioni all'interno del gruppo stesso che, soggiogato dal leader violento e populista, non può che portare immancabilmente alla catastrofe. Quando Cesare, capo carismatico dei primati, già protagonista del primo episodio (dell'altro protagonista, James Franco, rimangono solo una foto e un breve video), e il personaggio interpretato da Jason Clarke nel finale si guardano ormai rassegnati, con gli eserciti già in marcia uno contro l'altro, consapevoli entrambi che su due fronti diversi per un soffio non sono riusciti a sventare il disastro, si percepisce lo scoramento per una gigantesca occasione sprecata ma anche quel senso di fatalismo di chi sa che non poteva essere altrimenti. Perchè questa è la natura dell'uomo. E della scimmia. (La recensione del film "Apes Revolution" è di Mirko Nottoli)
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