La recensione del film Annabelle

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ANNABELLE - RECENSIONE

Annabelle recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[Annabelle recensione] - Prima di The conjuring c'era Annabelle. Progetto interessante trarre uno spin off dal recente successo di James Wan sulla bambola indemoniata realmente appartenuta ai coniugi Warren, conservata nel loro museo privato di cimeli legati all'occulto (in realtà la loro era una comune bambola Raggedy Ann dall'aspetto molto meno inquietante rispetto a quella utilizzata nella pellicola). Là allora ci veniva solo introdotta ma già se ne intuiva il potenziale per cui i produttori devono aver pensato: perchè non realizzare un film interamente su di lei? E così, intelligentemente, hanno fatto. Intelligentemente perché Annabelle riesce ad essere perfino superiore alla seppur riuscita opera originaria. Batte infatti sentieri meno consueti e non ricorre sistematicamente ai cliché costitutivi del genere come faceva The conjouring, mantenendone invece intatte atmosfera e accurata ricostruzione d'ambiente, entrambe funzionali alla causa. Si ispira evidentemente a Rosemary's baby e proprio ispirandosi al capolavoro di Polanski cerca di non sostituire al concetto di "paura" il più semplice e immediato effetto "spavento". John R. Leonetti, già direttore della fotografia di The conjouring e di un'infinità di altri horror, lo fa utilizzando la profondità di campo e girando gran parte delle scene alla luce del sole ovvero facendo in modo che lo spettatore possa vedere tutto quello che succede, anzi fornendogli (Hitchcock insegna) più informazioni di quelle che possiedono i personaggi sullo schermo, senza ricorrere ad espedienti ordinari, vedi soggettive strette in corridoi bui dove svoltato l'angolo non si sa cosa ci attenda o esseri sovrannaturali che sbucano d'improvviso, dalle proprietà ballerine che si adeguano alle esigenze della trama. Due a tal proposito le sequenze esemplari: quella della bambina che corre incontro alla protagonista trasformandosi in adulta (sequenza purtroppo disinnescata dalla presenza della stessa nel trailer, mannaggia a loro!) e quella nell'ascensore in cantina. La prima è una scena della durata di qualche secondo ma che esplicita alla meraviglia quanto detto sopra e fa una paura della madonna; la seconda è una scena lunga, insistita, girata sì al buio ma perfettamente leggibile, dove la visuale è comunque aperta, il montaggio non frammenta la narrazione rendendola incomprensibile ma al contrario la costruisce e la scandisce secondo un crescendo di ansia, impotenza e claustrofobia. E anche questa fa una paura della madonna. In attesa di The conjuring 2 dove ritroveremo i coniugi Warren alle prese con un altro dei loro numerosi casi, ci auguriamo che questo possa essere l'inizio di un franchise horror da cui aspettarsi cose egregie. (La recensione del film "Annabelle" è di Mirko Nottoli)
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