di T. Di Pierro
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Anna recensione] - Un gioco di matrioske, un gioco fatto di ellissi, sotterfugi e ingegnosi complotti; pezzo dopo pezzo, incastro dopo incastro, la trama di Anna si interseca fino a creare un puzzle perfetto, per un film altrettanto calibrato e preciso. Ma con delle riserve. La giovane Saša Luss - Luc Besson non si lascia mai sfuggire l'occasione di lavorare con una supermodella -, interpreta la spia russa al servizio del KGB Anna Poliatova, ingaggiata per la sua bellezza e le sue notevoli capacità di assassina. Decisa ad acquistare l'agognata libertà in cambio dei suoi servizi, nel susseguirsi di incontri e scontri che mineranno la sua strada, Anna sarà sempre un passo avanti a tutti, con in mente il solo obiettivo di fare liberamente le proprie scelte in un mondo dagli equilibri precari e che sottovaluta la potenza femminile. L'ultima pellicola firmata dal regista Besson è capace di mantenere fino all'ultimo minuto il livello di attenzione adeguata allo stimolo della visione. Risentendo dell'influenza dei suoi film precedenti, il regista francese maneggia ormai con cura gli elementi del genere thriller e azione, rispondendo egregiamente alle regole dei canoni, ma è proprio questo fattore a minare il prevedibile intreccio che Besson ha costruito, di per sé privo di quell'azione e di quella fiamma esplosiva che tanto hanno contraddistinto i precedenti Léon e Nikita. Pur apprezzandone le geometriche proporzioni, il film risulta impostato su principi ormai ben noti del cinema bessoniano, mancante di quelle tracce che hanno reso le produzioni cinematografiche anni novanta dello stesso così efficaci ed impeccabili. La pellicola ne risulta danneggiata, ma non tanto da evitarne la visione e privarsi di due ore piacevoli. La forza del film è appunto nell'accuratezza della forma, nel cast d'eccezione, (menzione d'oro alla dura e versatile Helen Mirren) e nell'ottimo comparto tecnico. Non sarà un capolavoro, ma Besson, da sempre innovatore del cinema francese, pungola lo spettatore su visioni provocanti e di largo seguito, non cadendo in un facile mainstream, ma sempre presentando la sua nota di regia ben riconoscibile anche a quarant'anni di distanza dal suo esordio. Si spera solo che questa nota non diventi troppo ripetitiva e che l'azione tanto amata torni a sgorgare con la potenza di un tempo.
(La recensione del film "
Anna" è di
Tommaso Di Pierro)
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