La recensione del film American Sniper

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AMERICAN SNIPER - RECENSIONE

American Sniper recensione
Recensione

di R. Gaudiano
[American Sniper recensione] - "…Te lo devo dire: non ti ricordi di quelli che hai salvato. Non ti scordi di quelli che non hai salvato... Sono proprio quei volti e quelle situazioni che faranno parte di te per sempre." Dal libro "American Sniper" scritto da Chris Kyle, il cecchino più letale della storia militare degli Stati Uniti, autobiografia sulla quale si struttura il film "American Sniper" . Ed è l'uomo Chris Kyle, più del superlativo cecchino, che ha ispirato il cineasta-produttore Clint Eastwood per la realizzazione di "American Sniper". Chris Kyle (Bradley Cooper) è texano, gareggia nei rodei, ottimo tiratore, è un uomo che sin da piccolo viene informato dal padre che al mondo esistono tre tipi di persone: il predatore, la preda ed il protettore. E Chris ha una naturale inclinazione ad essere protettore. Un ragazzone forte, Chris Kyle, dal 2003 operativo negli U.S. Navy SEAL, viene inviato in Iraq con la precisa missione, come cecchino, di guardare le spalle alle truppe di terra e tenerle al sicuro dal nemico invisibile. Esattamente quattro furono i turni di guerra di Chris Kyle, condotti con gli uomini del SEAL Team 3, un corpo militare ben coeso, a cui venivano affidate le missioni militari più pericolose. Giorno dopo giorno la vita e la morte erano facce della stessa medaglia, momenti carichi di adrenalina, situazioni forti e nello stesso tempo emotivamente coinvolgenti per tutti. La guerra, nella sua idiota assurdità, disumanizza gli uomini che la combattono. L'11 settembre ha segnato lo spartiacque tra un prima ed un dopo per la grande Nazione Statunitense. Il fantasma del terrorismo islamico è sempre reale e il cittadino americano sente forte il sentimento di servire il proprio paese e combattere per difenderlo, con orgoglio. Chris Kyle faceva questo. Appostato sui tetti, armato di fucile, con la bibbia ben posizionata sul petto all'interno del giubbotto, sparava con estrema precisione al nemico, coprendo le spalle a quei marines che sfondavano le porte delle case cercando chi o cosa rappresentasse il male e la morte. Gli sono stati attribuiti ben centosessanta uomini abbattuti. Dopo di che, Chris, soprannominato "la leggenda", ritorna a casa, dalla moglie Taya (Sienna Miller) ed i suoi due figli, ma ormai prigioniero di quella assurda tragedia che è la guerra, riuscendo, comunque, a valutare quanto sia terribile privare chiunque della vita. Ed è uno dei più importanti messaggi che trasmette a suo figlio, nel tentativo di riuscire a riappropriarsi di una dimensione di vita normale, di un quotidiano all'insegna di un futuro da programmare insieme alla sua famiglia. "America Sniper" si pregna a tutto tondo di quella visione del mondo che ha caratterizzato la filmografia di Clint Eastwood, che contempla un individualismo ed un americanismo di ottima lega, per la scelta di temi e personaggi. Anche in questo ultimo lavoro, il cineasta vincitore di due Oscar, continua il grande romanzo americano, caratterizzato da un gusto cinematografico preciso che non tradisce l'amore di Eastwood per la tradizione spettacolare del cinema hollywoodiano classico, che qui rende ancora più attuale. L'assurdità della guerra, la sua dimensione di catastrofe umana, alla fine non regge il paragone con l'insensato epilogo del film, il commiato che il reduce combattente Chris Kyle dà alla sua famiglia, alla sua vita, trovando la morte, il 2 febbraio del 2013, per mano di un suo imprevedibile, ma folle connazionale. Il senso del film è tutto qui, nel suo sconcio eppur reale finale. Un cinema lucido, asciutto, il cinema di Eastwood entusiasma e coinvolge per la sapiente elaborazione integrale di tutti i mezzi espressivi, partorendo un prodotto che affonda le sue radici in un preciso periodo storico-culturale, un passato recente e contemporaneo, patrimonio politico ed ideologico di ogni americano. Bradley Cooper, ingrassato per somigliare quanto più possibile a Chris Kyle, è semplicemente superlativo per come ha saputo calarsi nella parte del buon soldato, e con disinvoltura in quello di padre e marito. Assolutamente da non perdere! (La recensione del film "American Sniper" è di Rosalinda Gaudiano)
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