La recensione del film Amanti Perduti di Marcel Carné

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Trama

AMANTI PERDUTI di Marcel Carné

Amanti Perduti di Marcel Carné Recensione
Nella Parigi del secolo scorso in un teatro nel Boulevard du Temple, "Ai funamboli", si esibisce il mimo Jean-Baptiste (Barrault). Al centro degli eventi è Garance (Arletty), una bella attrice dal carattere forte e dallo spirito indipendente, di cui sono innamorati quattro uomini: un criminale gentiluomo, un celebre attore, un ricco conte ed il mimo. La donna ha una relazione con i primi tre, ma il suo vero amore, il languido mimo, non riuscirà mai a dichiararsi a causa di una serie di contrattempi. Passano alcuni anni e il mimo, che frattanto si è sposato con una ragazza ed ha avuto un figlio, la incontra di nuovo. Si amano, ma al sopraggiungere della moglie e del bambino, Garance si ritirerà per sempre.
Idea Centrale
II film è un'amara riflessione sull'impossibilità di raggiungere la felicità e sui rapporti fra finzione teatrale e realtà.
Analisi
Sceneggiato da Jacques Prévert la trama si ispira alla vita del mimo ottocentesco Deburau. È un grande affresco in cui si muovono attori e spettatori che sembrano attraversare la realtà in punta di piedi: gli uni recitano la vita e gli altri partecipano allo spettacolo. È stato definito dai francesi il loro miglior film di tutti i tempi.
Note e curiosità
II film era diviso in due lungometraggi (Le Boulevard du crime e L'Homme blanc) che nell'edizione italiana sono stati accorciati e riuniti in uno.


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