La recensione del film Alaska

ALASKA - RECENSIONE

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di Martina Farci

[Alaska recensione] - Fausto (Elio Germano) e Nadine (Àstrid Bergès-Frisbey) si incontrano per la prima volta sul terrazzo di un albergo di lusso a Parigi: lui è lì perché lavora come cameriere, lei perché ha sostenuto un provino come modella. Il loro idilliaco incontro viene però interrotto da un gesto violento che costa a Fausto due anni di galera. Nadine sarà lì ad aspettarlo, per iniziare quella che si rivela una tormentata e bellissima storia d'amore. Claudio Cupellini, dopo Lezioni di cioccolato e Una vita tranquilla, torna al cinema con Alaska, uno dei film italiani più convincenti degli ultimi anni. Già presentato in anteprima alla decima edizione della Festa Internazionale del Cinema di Roma, il film segue le vite di Fausto e Nadine in un costante trovarsi, perdersi, per poi ritrovarsi. La loro storia d'amore è un difficile percorso di crescita umana e professionale, che deve trovare la forza e il coraggio di farsi strada tra gli inevitabili ostacoli che incontrano e si costruiscono lungo il cammino. Sono due anime perse, sole, opposte, che però non possono fare a meno l'una dell'altra, regalandosi comunque quella felicità impossibile da mantenere ma necessaria per non arrendersi mai. Eppure sono due personaggi liberi di scegliere, di sbagliare e di vivere. Grazie ad una sceneggiatura rigorosa e impeccabile, Cupellini riesce nell'ardua impresa di seguire il caos che regna le vite dei protagonisti, senza soffermarsi diligentemente sulla struttura classica della storia ma lasciando loro quella "libertà" che li ha resi così veri e imperfetti. Elio Germano e Àstrid Bergès-Frisbey si prendono la responsabilità di trasmettere le sfumature, le debolezze e i sogni di Fausto e Nadine, e lo fanno con una sensibilità mista ad amarezza e rassegnazione che rende le loro interpretazioni credibili e convincenti. Alaska, quindi, si rivela un dramma sentimentale emozionante e realistico nella sua messa in scena, crudo e dolce come solo una storia d'amore tormentata può esserlo. (La recensione del film "Alaska" è di Martina Farci)
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