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Al di là delle montagne recensione] - Fenyang, Cina, 1999. Tao (Zhao Tao) è una delle giovani donne più bella della città, contesa dagli amici Liangzi (Liang Jing-Dong) e Zhang (Zhang Yi). Alla fine si innamora di quest'ultimo, molto più ricco e proprietario di una stazione di servizio, lo sposa e dal quale avrà un figlio, Dollar. Gli anni passano, la società è in continua evoluzione, e i protagonisti si ritrovano a dover affrontare sfide e cambiamenti continui.
Al di là delle montagne è l'ultimo film del regista cinese Jia Zhangke, presentato lo scorso anno al Festival di Cannes, ma rimasto a bocca asciutta dai premi importanti. Ora, quasi un anno dopo, approda anche nelle sale italiane. Zhangke, già vincitrice del Leone d'Oro a Venezia con Still Life, torna a raccontare il dramma familiare attraverso una Cina in continuo cambiamento e lo fa suddividendo la narrazione in tre diversi periodi: 1999, 2014 e 2025. Per accentuare il tutto, poi, il regista si serve anche di tre formati differenti che sanciscono così il cambiamento temporale. Sullo sfondo, come detto, di una Cina a cavallo tra i due millenni, si sviluppa la storia di Tao, Liangzi e Zhang, in un susseguirsi di eventi che cambia le loro vite per sempre. Nel primo atto, infatti, siamo di fronte al classico triangolo amoroso utile ad introdurci le caratteristiche dei personaggi, i loro sogni e le loro frustrazioni, ma che non riesce a dare la giusta spinta per un proseguo idoneo. Col susseguirsi dei minuti, infatti, e con l'avvicinarsi dei due restanti periodi, il regista si serve di troppo temi, anche importanti, senza dar loro il giusto spazio. Colpa anche di una sceneggiatura che vuole mettere troppa carne sul fuoco, senza curarsi dei risvolti che essa potrebbe avere. Anche perché, in questo modo, risulta tutto molto frammentario e senza un filo conduttore forte da sopperire alle mancanze di fondo. L'ultimo atto, poi, ambientato in un prossimo futuro datato 2025, mette in risalto una tecnologia che invece di rafforzare il messaggio di fondo, rischia di rovinarlo. Al di là delle montagne, quindi, non riesce a trasmettere con la giusta convinzione e la giusta sensibilità il cambiamento di una donna, di una famiglia e del proprio paese. Peccato, perché poteva essere un'occasione importante.
(La recensione del film "
Al di là delle montagne" è di
Martina Farci)
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