di R. Gaudiano
[
A Quiet Passion recensione] - Emily Dickinson, riconosciuta e celebrata come una dei più grandi poeti americani, nacque nel 1830, Ad Amherst, in Massachusetts, da una famiglia borghese di orientamento puritano. Di indole molto particolare, si allontanò dal college di Mount Holyoke perché non accettava di professarsi cristiana. Visse praticamente una vita molto ritirata per lo più rinchiusa nella grande casa paterna circondata da uno splendido giardino. Emily riuscì a non subire l'educazione bigotta paterna a cui reagiva scrivendo le sue famose poesie, la maggior parte delle quali ritrovate dopo la sua morte dalla sorella Vinnie (Jennifer Ehle) e pochissime pubblicate quando era in vita. I suoi versi erano intrisi di sentimenti meditativi sulla morte e sulla transitorietà della vita e della bellezza, rappresentando allo stesso tempo anche una loro celebrazione. "A Quiet Passion" è sì il racconto accorato della vita di una grande poetessa, ma Terence Davies supera la schematica ricostruzione biografica e realizza un film impeccabile stilisticamente, attraverso tappe di un cammino introspettivo che tocca in pari misura la sfera interiore e la sua esplicitazione formale. Il confronto scontro tra la rigida società statunitense dell'epoca e la personalità recalcitrante di Emily che sceglie l'isolamento in sé stessa per non perdere sé stessa, ha la forza evocativa della vita nella sua più profonda essenza. Davies non intrappola il personaggio della poetessa in un racconto didascalico (e questo rappresentava veramente il pericolo), ma le conferisce forza e vigore scenico attraverso una scrittura filmica eccellente supportata da una messa in scena di gran classe, con qualche caduta nel formalismo più o meno compiaciuto, ma di sottile intensità drammatica. "A Quiet Passion" si delinea, nelle sue due ore di programmazione, come opera drammatica e nello stesso tempo lirica, attraverso un percorso etico ed estetico, in cui la fotografia di Florian Hoffmeister completa in modo sublime la drammaturgica purezza di un linguaggio cinematografico fatto di inquadrature impeccabili ed uniche nella disposizione dei personaggi nel campo visivo. Davies conferisce l'esatta esaltazione psicologica al personaggio di Emily, lucida nella sua espressione poetica ma ossessionata da un'inquietudine devastante. La Emily della giovanissima età, interpretata da Emma Bell, paladina della propria libertà di pensiero e di sentimento cede malamente nell'isolamento della Emily adulta (una straordinaria Cynthia Nixon), sopraffatta da un'insidia psicologica che ha come unica certezza le regole ferree del buon costume che Emily esprime con candide vesti bianche anche nell'abbigliamento. "A Quiet Passion", attraverso lo straordinario personaggio di Emily, rappresenta così i valori intrinseci di un'epoca ossessionata dalla differenza tra i due generi, il soffocamento di un puritanesimo imperante, e una fede che alla fine nutre il senso della vita terrena che Emily trasferisce nella bellezza di versi intensi e meravigliosamente dignitosi, ancora sempre incisivi nell'incessante tempo che scorre.
(La recensione del film "
A Quiet Passion" è di
Rosalinda Gaudiano)
- Vai all'
archivio delle recensioni
- Lascia un commento, la critica o la tua recensione del film "
A Quiet Passion":