A QUALCUNO PIACE CALDO di Billy Wilder
di Veronica Ranocchi
Scopo di questa rubrica è analizzare i grandi film del '900 e quindi di IERI. Contestualizzarli ad OGGI per comprendere se la prova del TEMPO li ha resi ETERNI o superati. Verranno prese in considerazione solo opere che all'epoca vennero reputate CAPOLAVORI per sviscerare, analizzandone il contenuto e la forma, gli aspetti che li hanno resi tali da essere circoscritti al loro TEMPO per ovvi motivi sociali, o ETERNI, anche OGGI e DOMANI.
Travestimenti, gag, equivoci e scambi di persone sono alla base di una delle commedie più riuscite
della storia del cinema. "A qualcuno piace caldo" di Billy Wilder rappresenta una delle pietre miliari
della commedia, grazie alla storia, ai personaggi e agli interpreti più che azzeccati per i vari ruoli.
La storia si apre nel 1929 con il sassofonista Joe e il contrabbassista Jerry che si ritrovano
involontariamente ad assistere alla storica strage di San Valentino nella quale gli uomini di Al Capone
eliminano una banda avversaria. I due sono, quindi, costretti a fuggire per non farsi catturare e, per
far perdere ancora di più le proprie tracce, si travestono da donne cambiando anche i rispettivi nomi
in Josephine e Daphne e si aggregano a un'orchestra femminile in partenza da Chicago per la Florida.
Ed è proprio in questa orchestra che i due protagonisti incontrano Sugar Kane, un'affascinante
cantante dalla quale entrambi vengono attratti. Ed è proprio da questo momento che gli sketch comici
e le situazioni ai limiti dell'assurdo si fanno sempre più frequenti. Se da una parte Joe deve sforzarsi
di reprimere ciò che prova per Sugar e mostrarsi semplicemente come una sua amica, dall'altra parte
Jerry deve, invece, tentare di scacciare le continue e insistenti avances del miliardario Osgood.
Una volta giunti in un albergo di Miami i due partecipano al congresso "Amici della lirica" che, in
realtà, altri non è che un incontro tra gangster. I protagonisti riconoscono, quindi, gli autori della
strage di San Valentino, ma anche questi, a loro volta, li riconoscono costringendoli ad un'altra
rocambolesca fuga. Trovano rifugio sotto il tavolo di un banchetto, durante il quale, però, assistono
ad un'altra strage causata da un sicario nascosto all'interno di una torta di compleanno. Ciò innesca
inevitabilmente un'ulteriore fuga, che termina grazie a Osgood che li "accoglie" all'interno del
proprio panfilo, insieme alla bella Sugar che ha riconosciuto Joe, costretto, quindi, a svelare la sua
vera identità. Nonostante ciò la bella ragazza lo perdona. Allo stesso tempo anche Jerry deve mostrare
chi è veramente, sperando in questo modo di mettere a tacere il miliardario, invaghitosi di lui
travestito da donna. Nel momento in cui gli fa capire di essere un uomo crede di aver risolto ogni
problema, ma il magnate pronuncia una delle frasi più iconiche, rimasta nella storia del cinema ancora
oggi: "Nessuno è perfetto".
Un film, come detto, di grande successo che ha fatto la storia del suo genere e che, tutt'ora, continua
ad essere apprezzato allo stesso modo.
Wilder riesce a costruire la comicità grazie ad un'accumulazione di gag, inseguimenti, situazioni
rocambolesche e assurde che vanno a concatenarsi alla perfezione.
Nonostante ciò, però, il lungometraggio parte da un commento amaro alla società. Dietro a tutto
quello che viene mostrato, il regista inserisce una sorta di ammonimento e cerca di far trapelare la sua
propria e personale visione del mondo e di tutto ciò che lo circonda.
Per rendere, poi, più credibile una storia che, per molti versi, è assurda, Wilder pensa a uno
stratagemma interessante, quello di partire da un fatto realmente accaduto. In questo specifico caso
si tratta del massacro di San Valentino, ma, proprio per questa scelta, inizialmente fu criticato perché
sviluppare una commedia partendo da un massacro sembrava impossibile. Invece Wilder riesce nel
migliore dei modi a rappresentare ciò perché conferisce credibilità perché la sua idea è quella di due
uomini travestiti da donna che si invaghiscono della donna più ambita (Marylin Monroe) e che, per
sopravvivere, non possono smascherarsi e rivelarsi.
A livello di realizzazione del film non è stata sicuramente semplice la convivenza tra i due attori
protagonisti e la bella Marylin Monroe, la quale, nonostante questo, ha trovato in "A qualcuno piace
caldo" un personaggio che le calzava a pennello. Probabilmente mai più è riuscita ad essere
completamente a suo agio come in questo specifico lungometraggio.
L'elemento che più funziona all'interno della storia è indubbiamente, come già ripetuto, il ruolo del
travestimento. Il continuo fingere di essere un'altra persona rappresenta forse la chiave dell'intera
vicenda. Anche perché non si tratta di un semplice travestimento fine a se stesso, ma di qualcosa di
più. E oltre a questo c'è da segnalare anche il fatto che, in alcuni casi, si tratti di una sorta di matrioska,
come nel caso del personaggio di Joe che si trasforma inizialmente in Josephine, ma che, poi, è
"costretto" a travestirsi ulteriormente da Shell Junior per far innamorare Sugar. La capacità e l'abilità,
quindi, dei vari interpreti, e soprattutto del regista, sta proprio in questo.
Un'altra questione da segnalare è l'importanza e la costante presenza del piano della sessualità e
sensualità. All'epoca era indubbiamente complesso realizzare un film interamente basato su un
travestimento. Ma non era tanto disturbante, per il pubblico, il travestimento in sé, quanto piuttosto
tutte le tematiche che da esso ne derivano, come quello dell'omosessualità, rappresentata sia dalla
frase finale "nessuno è perfetto" pronunciata da Osgood, sia dalla presa di coscienza di Jerry che
scopre di essersi divertito a ballare con le sembianze di Daphne. In ogni caso è la prorompente Sugar
a mescolare le carte in tavola e ad essere, più o meno volontariamente, l'artefice di molte scelte fatte
dai protagonisti. E' a causa sua, ad esempio, che il rapporto e l'equilibrio tra i due amici verrà messo
alla prova; è a causa sua se decidono di utilizzare ulteriori travestimenti ed è a causa sua che i due
dovranno alla fine svelare la propria identità. E' quindi la bella bionda la chiave dell'intera commedia
poiché, con la sua presenza, scombina praticamente tutti gli equilibri, sia in positivo che in negativo.
E' vero, quindi, che Jack Lemmon e Tony Curtis rappresentano la brillantezza del film perché
riescono a rendere perfettamente i loro doppi ruoli mantenendo il pubblico sempre attento e pronto a
cogliere ogni battuta, ma è all'eros (incarnato alla perfezione dalla presenza femminile) che si deve
la riuscita e la notorietà di una commedia ancora oggi super efficace. Lo era IERI, lo è OGGI, e lo sarà DOMANI.