La recensione del film A Chiara

.       .

Vai ai contenuti

FILM > RECENSIONI

A CHIARA - RECENSIONE

A Chiara recensione
Recensione

di T. Di Pierro
[A Chiara recensione] - Mediterranea (2015) A Ciambra (2017) e infine A Chiara (2021). La trilogia ideata dal regista Jonas Carpignano sulle diverse identità presenti nel territorio della nostra penisola si conclude e forse, arrivati al termine di questo percorso, abbiamo imparato qualcosa in più su chi siamo e su chi vive intorno a noi. L'ambientazione è Gioia Tauro, la stessa del film precedente. Qui Chiara, una normalissima quindicenne, vive la vita tutti i giorni, circondata dall'affetto dei familiari e degli amici di sempre, ma la notte del diciottesimo della sorella Giulia tutto cambia e la maturità che poteva essere rimandata ancora di qualche anno si presenta precipitosamente davanti alla porta della protagonista, che sarà chiamata a decidere per sé stessa del proprio futuro, sfidando le regole di quel mondo di amore e di affetto che fino a poco tempo prima credeva immacolato... Con la scusa di fondo di realizzare un mafia movie, Carpignano cambia le regole del gioco: non è più la visione a trecentosessanta gradi di una famiglia mafiosa, ma l'analisi profonda della coscienza, del contatto di un singolo componente di essa con l'azione criminale che si perpetua di generazione in generazione. Il pretesto, per Carpignano, è quello di offrire il ritratto di un meridione fragile e in crisi, dove spesso non c'è scelta e le opzioni sono limitate e tutto questo è in Chiara (come anche in Pio di A Ciambra) che a dispetto della sua giovane età è abbastanza grande per capire e per affrontare la realtà, decisa a percorrere, nonostante l'affetto che la lega alla sua famiglia, la via della morale. L'attenzione alla marginalità, la visione documentaristica che tanto contraddistingue Carpignano lo porta a presentare il mondo mafioso nel modo più vero e naturale possibile, senza il bisogno di esagerare con violenze e scontri fatidici tra le istituzioni e il crimine. Carpignano lascia che il mondo reale si presenti da sé, non lo spettacolarizza; le emozioni sono vere e palpabili, non minate dall'eccesso. Questa è una storia vera, come tante altre nel nostro paese. Chiara è una ragazza vera, con una storia tormentata alle spalle e che chiede solo la libertà. Il cinema di Carpignano è realtà contemporanea, è realismo sociale, il nostro realismo, quello che ignoriamo pur sapendo che esiste. Il talento di Carpignano però non può essere ignorato, né la sua vocazione sociale può essere repressa, ma soltanto incoraggiata, così da continuare ad essere testimone giovane e appassionato dei problemi del nostro paese, con le sue numerose identità da preservare e promuovere nella miseria del nostro tempo. (La recensione del film "A Chiara" è di Tommaso Di Pierro)
- Vai all'archivio delle recensioni
- Lascia un commento, la critica o la tua recensione del film "A Chiara":




Torna ai contenuti | Torna al menu