La recensione del film A Casa Nostra

.       .

Vai ai contenuti

FILM > RECENSIONI

A CASA NOSTRA - RECENSIONE

A Casa Nostra recensione
Recensione

di R. Baldassarre
[A Casa Nostra recensione] - Le vicende di Chez nous si svolgono nella provincia francese, ma potrebbero benissimo essere vicende italiane. La tematica politica, e quello che vi gravita intorno, è uguale a quello che accade in Italia; e, avvenimenti, che si stanno propagandando anche in gran parte dell'Europa. A casa nostra di Lucas Belvaux si apre con le immagini di una quieta, albeggiante e bucolica provincia del Nord della Francia. Ma questa serenità già nasconde un materiale esplosivo, cioè le bombe inesplose rimasugli testimoniali della Seconda Guerra Mondiale, che vengono rinvenuti, e messi da parte, da un giovane bracciante. Un nero passato che ancora sgorga dalla tranquilla terra del presente, e indica una rabbia del popolo non ancora sopita. Un incipit necessario che Belvaux utilizza per dare maggior forza a quello che esporrà successivamente. Il presente, dopotutto, è frutto degli eventi passati. A casa nostra diviene un'urgente disamina di quello che sta accadendo politicamente e socialmente in Francia. Un'indagine filmica non profonda e/o che prende una granitica posizione, ma una storia inventata che elabora i fatti quotidiani che stanno occorrendo nella società. Il personaggio di Agnés Dorgelle (Catherine Jacob) è un chiarissimo riferimento, declinato in grottesco, a Marine Le Pen, ma la giovane Pauline Duhez (Émilie Dequenne) è una figura che raccoglie in sé modi e mentalità della maggioranza del popolo. Una persona umana, però permeabile alle informazioni e alle nozioni che gli vengono dette. Questo non toglie che si conferma l'unico personaggio innocente della vicenda, e alla fine riesce a conquistare una sua coscienza. Chez nous, proprio attraverso i suoi diversi personaggi (di ceto e d'ideali), si trasforma quasi in un film corale e diventa una narrazione su un presente tendente alla distopia. Nel raggelante svolgersi della vicenda ci vengono presentati due fascismi: quello "clandestino" e quello legale. Diversi nelle loro azioni, ma ambedue violenti nelle idee (seppure legati da un amoroso filo sotterraneo). E nel confronto tra i due fascismi, il più aggressivo risulta quello "glamour" della Dorgelle, che dietro a comizi con loquele ricercate, nasconde una propaganda nazista più virulenta (proprio come il Front National). Sono proprio le scene ambientate nei "backstage" dei comizi, cioè dell'indottrinamento dei seguaci in cui l'entourage del fascismo 2.0 detta un linguaggio aulico per sdoganare e accettare il razzismo, che generano i maggiori brividi emotivi. E a questa agghiacciante narrazione "ipotetica", si aggiunge la chiosa finale, in cui Belvaux mostra nuovamente i silenziosi scorci della provincia bucolica francese, come se tutto il pericoloso trambusto fosse tornato sotterraneo. (La recensione del film "A Casa Nostra" è di Roberto Baldassarre)
- Vai all'archivio delle recensioni
- Lascia un commento, la critica o la tua recensione del film "A Casa Nostra":




Torna ai contenuti | Torna al menu