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Può Jumanji
resuscitare grazie
a un vecchio gioco
di latta che proietta
gli appassionati nello
spazio alla mercé
di meteoriti, rettili
carnivori e QRIO impazziti?
Jon Favreau (Elf)
ha tratto da Van Allsburg
(Jumanji, Polar Express)
questo nuovo classico
per famiglie: Zathura.
Usando pochi effetti
speciali e molto legno,
il regista dimostra
come un film in cui
occorre abbandonare
la logica, risulti
invece del tutto credibile.
Ed emozionante. Zathura
è, in fondo,
il gioco del cinema.
Zathura è lo
specchio magico di
Harry Potter e la
pietra filosofale.
Uno specchio affatto
normale, che mostra
immagini diverse da
quelle a cui noi babbani
siamo abituati, spesso
cose lontane e mondi
diversi. Può
guardare in noi, dare
segni per interpretare
il passato e il futuro.
Ha una faccia doppia,
buona e cattiva insieme:
può rivelare
la realtà o
velarla |
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ingannando
e ammaliando;
la responsabilità
è
di chi
guarda
e soltanto
sua.
Dietro
allo
specchio
magico,
dietro
a questa
avventura
spaziale,
non
c’è
nulla.
Non
c’è
Ripley
che
tenta
di uccidere
la sua
nemesi:
l’Alien.
Neppure
Celeste
(alias
Kim
Basinger)
che
ha ambizioni
da umana
ma che
in realtà
è
un’extraterrestre.
Ma all’interno
dello
specchio
c’è
un’altra
realtà,
una
nuova
dimensione,
l’altra
dimensione
di Poltergeist
II. |
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E’ una
soglia che
si può
decidere di
attraversare.
Il segreto
per entrare:
immaginarcisi
dentro. Guardando
in uno specchio
(o in uno
schermo) assumiamo
un punto di
vista, è
come se il
nostro sguardo
uscisse dalla
nostra corporeità
e la osservasse.
Zathura è
un’evasione.
Un sogno.
Solo una storia,
a che punto?
Il mondo dello
specchio ruba
colore e realtà,
sottrae razionalità
e controllo,
ci consegna
la logica
fuzzy e ci
lascia, da
soli, in un
Apollo 13
senza Tom
Hanks e il
suo equipaggio.
Rapisce l’anima.
Ci fa distogliere
lo sguardo
dal mondo
di ogni giorno
e dalle epopee
delle nostre
vite. Vedendo
noi stessi,
catapultati
in quel viaggio
“ai
confini della
realtà”,
crediamo alla
storia che
ci narrano.
E il mondo
in cui viviamo
è illuminato
dalla luce
riflessa dallo
specchio magico.
Non è
solo un gioco.
Non si può
giocare con
la fantasia.
Per chi non
la pensi così,
se ne resti
al sicuro
nel suo letto!
(di Bruno
Trigo )
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