WALLACE & GROMIT
 

recensione wallace & gromit

 
"Fatica, tecnica complessa e rara, un tema appassionante come la libertà." (La Stampa). "La premiata ditta Lord & Park confeziona un prodotto particolare, certamente meritorio per la difficoltà tecnica e l'impegno (centinaia di pupazzi di plastilina azionati movimento per movimento), con un risultato visivo interessante e con tanto di metafore" (MyMovies). "Peter Lord e Nick Parks adottano una tecnica di animazione a passo uno (ogni movimento di modelli in plastilina viene filmato per 24 fotogrammi alla volta) e la storia che raccontano ha molto in comune con le preoccupazioni pedagogiche e antirevisioniste dell'ultimo Spielberg." (Kataweb). Queste sono solo alcune delle recensioni entusiastiche riguardanti "Galline in fuga", il film che la DreamWorks di Steven Spielberg e la Aardman realizzarono nel 2000 (campio-  
 
ne d'incassi ai botteghini di tutto il mondo) e sempre con la regia di Nick Park (che qui è associato a Steve Box). L'entusiasmo della critica fu dovuto certamente alla prodigiosa tecnica adoperata ma anche alla storia raccontata e al messaggio ivi contenuto. Tecnicamente "Wallace & Gromit" gli è forse superiore: all'animazione della plastilina si è aggiunta l'animazione al computer e la fusione è perfetta.  
Visivamente il film è una gioia per gli occhi e strappa l'applauso per scenografie, uso del colore, gestualità dei personaggi, movimento e ritmo. Ma non c'è altro. Sembra che l'impegno e la fatica dei realizzatori si siano esauriti nella tecnologia. Nell'escogitare una storia imperniata su i due personaggi creati 16 anni fa, e finora visti solo in cortometraggi, non si è trovato di meglio che riprendere i vecchi classici horror dell'Universal e della RKO, miscelarli e imbastire un racconto in cui c'è un po' di Dracula, un po' di dottor Jekill, un po' di King Kong, un po' di Frankenstein, un po' di Notre Dame e nulla più. La mancanza di originalità e di creatività nella trama è il grande difetto di questo lavoro che in Inghilterra e negli Usa ha mietuto vari premi ed ha ricevuto una candidatura all'Oscar (!). Un film che, come la maggioranza dei "lavori animati" degli ultimi tempi, non fa sognare, non stimola la fantasia dello spettatore ma sembra adeguarsi allo stile prevalente dei blockbuster hollywoodiani: prodigiosi effetti speciali, grandiosità e spettacolarità a piene mani, attenzione a non essere troppo infantili (per non allontanare i teenagers) né troppo adulti (per non alienarsi le famiglie). Un film che ottiene lo stesso risultato della maggior parte dei lavori di Bruce Willis, Stallone, Schwarzenegger. Passo un paio d'ore spensierate ma, uscito dalla sala, il tutto è immediatamente dimenticato.

p.s. Una annotazione sul doppiaggio. Sicuramente ben realizzato ma le voci sono piuttosto anonime, molto simili a quelle che sentiamo negli innumerevoli cartoons dei vari canali televisivi. Nell'originale le "voci" sono di attori più che illustri, da Peter Sallis (celebrato interprete teatrale che vanta collaborazioni con Orson Welles, Vivien Leigh, Judy Dench, Laurence Olivier) ai pluripremiati Ralph Fiennes e Helena Bonham Carter. Perché in Italia non si è realizzato qualcosa di simile?


(di Leo Pellegrini)

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