tragedia
quando l’amante
scopre di
avere un tumore.
Il male supremo
che tutto
aggiusta e
appiana e
del cui determinante
peso specifico
è impossibile
dubitare umanamente
ma in termini
di sceneggiatura,
sì.
Finale strappalacrime
sbagliato
nei tempi
e nei toni
e, nonostante
l’onesto
desiderio
di non tenere
nulla negli
angoli - i
dialoghi sono
molto schietti
e le mazzate
sono senza
sconti –
la trama arranca
senza mai
andare in
profondità,
appesantita
da una regia
da scolaro
che l’abbandona
sulla pista
di partenza.
(di Daniela
Losini)