semplicemente
riempitivi,
attori che
si limitano
a ripetere
il ruolo televisivo
per cui sono
noti (fa eccezione
Panariello
che pur truccato
ridicolmente
come un novello
Barbablù,
conferma la
sua capacità
di essere
un ottimo
interprete.
se qualcuno
gliene desse
la possibilità).
"Ti amo
in tutte le
lingue del
mondo"
risulta una
summa delle
caratteristiche
negative di
gran parte
del nostro
cinema: da
una parte
l'assenza
di una bella
storia che
coinvolga,
di una solida
sceneggiatura,
di attori
qualificati,
di una messainscena
dignitosa,
dall'altra
la presenza
imperante
della "sindrome
delle due
camere e cucina"
(l'incapacità
del cinema
italiano ad
andare oltre
la piccola
e ripetitiva
storiellina,
che è
possibile
raccontare
senza scomodare
tematiche
di grande
rilevanza
ed esosi mezzi
produttivi).
Giustamente
la critica
più
volte ha sottolineato
come Leonardo
Pieraccioni
"continui
a coccolare
con le sue
commedie acqua,
sapone neutro
e sciroppo
il suo pubblico",
ma questo
ultimamente
si è
andato sempre
più
assottigliando
e il comico
toscano non
sembra volere
imparare la
lezione. La
televisione
crea a getto
continuo miti
senza consistenza
e uno sostituisce
perennemente
l'altro: per
rimanere sulla
breccia e
non essere
messi da canto
occorre creare
qualcosa di
solido e consistente,
non il raccontino
esile esile
a proprio
uso e consumo.
p.s. Tre ultime
considerazioni:
1) nei suoi
film Pieraccioni
evita di scritturare
attrici affermate
preferendo
volti sconosciuti
(un problema
di soldi?
paura del
confronto?
qui la scelta
è particolarmente
infelice:
le due co-protagoniste
hanno naturalmente
un aspetto
più
che gradevole
ma purtroppo
ogni tanto
devono aprire
bocca e allora.
ahinoi!);
2) si parla
tanto di globalizzazione,
ma il nostro
cinema sembra
non sapere
cosa sia:
a quale spettatore
non italiano
potrà
interessare
un film centrato
esclusivamente
sulla presenza
di un ex divo
televisivo
(dalla parlata
fluente ma
completamente
inespressivo)?
3) il nostro
Ministro della
Pubblica Istruzione
dovrebbe indagare
se nella scuola
italiana i
docenti sono
come quelli
descritti
in questo
film, se così
fosse sarebbe
forse il caso
di dare le
dimissioni.
(di Leo
Pellegrini)