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recensione sesso
e filosofia
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Si dice che quando
si compie il mezzo
secolo di vita si
tende a voler fare
i conti con il proprio
passato; si tirano
un po’ le somme,
ci si guarda indietro
per capirsi quel tanto
che serve. Probabilmente
queste dicerie sul
cinquantesimo compleanno
non sono altro che
luoghi comuni di cui
potremmo tutti fare
a meno. Ecco…
fare a meno di qualcosa:
di questo film, per
esempio. Non tanto
e non solo per lo
scontato espediente
che dà avvio
alla sceneggiatura,
ma soprattutto per
evitare la spiacevole
sensazione di guardare
ogni cinque minuti
l’orologio nella
speranza che le luci
si accendano al più
presto. Non ci vuole
molto per stancarsi
di vedere un uomo
di mezz’età
che, convocate le
quattro ex-fidanzate
presso la sua scuola
di danza, cerca di
scoprire il senso
dell’amore,
della solitudine,
del desiderio e chi
più ne ha più
ne metta. Una spe- |
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cie
di tragicommedia
grottesca
tutta
a passo
di danza
che
vorrebbe
discorrere
ironicamente
sul
rapporto
tra
uomo
e donna
ma che
non
riporta
altro
che
banalità
o, peggio
ancora,
gratuite
elucubrazioni
pseudofilosofiche.
Quel
che
più
irrita
è
l’intento
autorale
alla
base
di quest’opera.
Il regista
Mohsen
Makhmalbaf,
per
inciso
autore
di film
come
"Viaggio
a Kandahar"
e "Alfabeto
Afghano",
tenta
di avvicinarsi
alle
forme
del
cine-
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ma di Buñuel
e di Almodovar
quando non
riesce nemmeno
a condurre
un pianosequenza
senza scossoni.
Cerca di richiamare
un certo surrealismo
alla Magritte
e, nel frattempo,
ci propina
frasi come
“Il
mio corpo
appartiene
solo a colui
che riesce
ad impossessarsi
della mia
anima”.
La fotografia,
poi, vorrebbe
giocare con
i toni accesi
delle vesti
delle donne
e con le diverse
densità
dei vini ma
il risultato
è una
puerile ipercostruzione
“a tavolino”
condita da
simbolismi
sfacciati
e strizzatine
d’occhio
ai cinefili.
Chi si aspettava
di consolarsi
con un po’
di sano sesso
si sbaglia:
non lo si
intravede
nemmeno da
lontano. Il
protagonista
misura i suoi
attimi di
felicità
con il cronometro
e noi ci prepariamo
a farlo quando
il film sarà
uscito dalla
programmazione
nelle sale.
(di Marco
Santello)
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