RUNNING
 

recensione running

 
Prima di iniziare a parlare del film, vorrei porre un interrogativo: E’ necessario continuare a promuovere alcuni film in uscita, mettendo in evidenza il fatto che siano piaciuti a Quentin Tarantino? Risulta strano leggere il suo nome in manifesti di film non diretti e tantomeno prodotti (come nel caso del recente Hostel) dal geniaccio in questione: i distributori lo fanno col nobile intento di dare prestigio alle pellicole interessate. Tarantino é un grande, i suoi film sono stati fondamentali negli ultimi anni, e tutto il resto...ma secondo il mio modesto parere, citarlo al difuori di un contesto personale e trasformarlo in una sorta di “garanzia di qualità” in ambito cinematografico, finisce per risultare insopportabile (esempio: gli intellettualoidi che scoprono il valore dei kung fu movies e dei poliziotteschi da quando hanno letto che "piacciono a  
 
Tarantino” mentre prima li sottovalutavano e/o disprezzavano tranquillamente...). Tarantino a parte, Running risulta essere comunque un action movie che possiede una sua personalità...un intreccio di personaggi e situazioni che fanno capo a Joey Gazelle (un Paul Walker meno cool del solito ), malavitoso devoto più alla sua famiglia “naturale”che a quella criminale di cui fa parte, impegnato nella ricerca  
del piccolo Oleg (l’inquietante attore-bambino Cameron Bright), vicino di casa e amico del figlio di Joey, che ha sottratto una pistola da casa Gazelle ed è fuggito nella notte. Nel suo girovagare, Oleg dovrà vedersela con inquietanti creature della notte quali tossici, papponi, sbirri corrotti e gangsters (ma ce ne sono anche di peggiori...), mentre Joey, coadiuvato in alcuni momenti dalla moglie Teresa e dal figlio Nicky, cerca di ritrovare lui e la pistola, prima che lo facciano i suoi più crudeli soci o i rivali della mafia russa di cui fa parte il patrigno di Oleg (un killer che venera John Wayne in maniera grottesca). In Running Scared convivono due tipi di racconti diversi a seconda della centralità dei personaggi, ma che si incastrano e si separano più volte nel film: da un lato troviamo Gazelle alle prese con una classica vicenda da gangster movie, con tutti i clichè del genere, compresa la sequenza dove tutti i criminali si puntano vicendevolmente la pistola...mentre dal punto di vista di Oleg la storia assume i toni di un’oscura e violenta fiaba (evidenziato anche dai notevoli titoli di coda; composti da disegni semi-animati che ripercorrono la trama del film come se si trattasse di un libro illustrato). Gli eventi e i personaggi si succedono e si mescolano freneticamente, il ritmo è sempre veloce anche se un po’ si finisce per non capire le cause che muovono l’azione dei vari personaggi (specialmente riguardo la lotta tra gangs). La cosa migliore in Running è senz’altro l’atmosfera che il regista e sceneggiatore Wayne Kramer é riuscito a creare: la fotografia “sporca” fatta di sgranature e ombre rende alla perfezione il degrado dei personaggi e dell’ambiente in questione, ma viene comunque impreziosita da tecniche di ripresa e post-produzione come zoomate, rallentamenti e accelerazioni, viraggi e sovrimpressioni collocate in maniera non-gratuita, senza contare le eccessive caratterizzazioni di alcuni personaggi. Nota di merito anche a Grimley, la cittadina fittizia del New Jersey dove è ambientata la storia: cupa, minacciosa e dalle mille insidie: finisce quasi per essere la vera protagonista del film.


(di Marco Notari)

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